17 giugno 2020. Questa è la storia della magica notte del Napoli e della sua città. La stella cadente di un desiderio avveratosi tra le fantasticherie di un popolo dai colori azzurri tatuati sulla pelle.
“Nu succer, ma si succer…”, è questa la frase scaramantica che introduce il sogno partenopeo, seguito da una scia di speranze e di visioni di come sarebbe se si realizzasse. Ma cosa succede quando il sogno diventa realtà? Quando il desiderio raggiunge il nostro vissuto? Si tramuta in un trionfo, esattamente come quello che ieri sera il Napoli ha realizzato alzando la Coppa Italia su nel cielo blu, dipinto ancor di più di blu. Un trofeo di rinascita, di “cazzimma”, più di cuore che di calcio. La conquista di un titolo che supera il terreno di gioco e riempie le piazze di un’intera comunità, che nella maglia azzurra riconosce e sostiene con fierezza la sua napoletanità.
Il Napoli non è mai stato una semplice squadra di pallone, ma una questione di vita, cuore e anima: l’ombelico del popolo partenopeo, rappresentato da quegli affollati festeggiamenti compiuti a discapito di ogni regola anti-covid. Le critiche certamente non sono mancate, prima tra tutte quella di Ranieri Guerra, membro dell’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità), che ha dichiarato: “Sciagurati! In questo momento non possiamo permettercelo”. Ma i tifosi napoletani avevano già preventivato tutto. Sapevano che sarebbero andati incontro a dibattiti e polemiche, eppure non hanno esitato neanche un attimo nella scelta di scendere in città a manifestare la felicità del momento: caroselli di macchine e motorini per le strade, assembramenti nelle piazze principali e bagni nelle fontane, a dimostrazione di una gioia troppo grande da dover contenere tra le quattro mure di casa e durata fino alle prime ore del mattino. A racchiudere il tutto, una super folla di tifosi nei pressi della stazione di Afragola, pronti ad accogliere, tra cori ed esultanze, la propria squadra in rientro a Roma. Non è mancato l’incitamento ai festeggiamenti da parte dei giocatori, in particolar modo da parte di mister Ringhio Gattuso, il quale a voce alta ha gridato: “Cantatemi un giorno all’improvviso”, scatenando l’irrefrenabile euforia dei suoi supporters.
Festa grande, dunque, per il Napoli e la sua gente, in un giorno che rimarrà impresso nella storia del club partenopeo e della città, come il trionfo della passione azzurra.
Maria Pia Russo.