Napoli è una città piena di porte, infatti un tempo per varcare i luoghi partenopei bisognava accedervi passando sotto delle grandi porte monumentali, dei veri e propri varchi. Tuttavia, non tutti i varchi sono rimasti uguali nel tempo, e hanno avuto la forza di resistere alla corrosione del passato, ma ciò non significa che non ne possiamo avere memoria o quantomeno crearci un vago ricordo di esse e della loro maestosità. Napoli era una città fortificata dalle proprie mura. Solo quattro porte su nove sono sopravissute al tempo che avanza. Ad esempio, Porta Capuana, fu progettata nel 1484 dall’architetto Giuliano de Maiano come un vero e proprio arco di trionfo per volere del re Ferrante d’Aragona. Porta Capuana, anche chiamata Porta Campana, era il varco principale per accedere in città e fu chiamata in questo modo perché si rivolgeva in direzione della città di Capua. A pochi passi da Piazza Garibaldi, fu chiamata “quartiere latino” perché, proprio come quello omonimo di Parigi, riuniva intorno a sé i più illustri intellettuali ed artisti napoletani del tempo. Poi ancora, Porta Nolana nei pressi del Corso Garibaldi, la via dei fossi, fu costruita in stile rinascimentale sempre dall’architetto Giuliano de Maiano in sostituzione della porta di Forcella, fu così chiamata perché da questo varco si snodava una strada che portava verso il Comune di Nola. Mentre, la Porta San Gennaro,. che corre lungo via Foria, di fronte Piazza Cavour, e rappresenta l’unico punto d’accesso per chi giungeva dalla parte settentrionale della città, oltre ad essere ricordata come la porta più antica di Napoli, e denominata così perché da essa partiva l’unica strada per arrivare alle catacombe di San Gennaro. Ancora, abbiamo port’Alba, , si trova lungo la strada che congiunge piazza Dante con piazza Bellini, e porta il nome di colui che l’ha fatta erigere nel 1625, il Duca d’Alba, Don Antonio Alvarez de Toledo. Fu costruita per agevolare la circolazione della popolazione da una zona all’altra. Poi porta di Costantinopoli. , nei pressi dell’attuale Conservatorio di San Pietro a Majella, nel X secolo, e molte famiglie nobili lo scelsero come luogo in cui abitare. Il varco monumentale fu soprannominato Porta Donnorsa o Orsitana proprio dal nome di un gentiluomo che vi soggiornò, il Duca d’Orso. Invece, porta Medina, sorgeva nei pressi di piazza Montesanto e fu creata nel 1597, ed era abusiva . Oggi queste porte, sono una grossa attrazione turistica nel cuore della città, e fanno in modo di riportarci indietro nel tempo, aquella che era la Napoli antica, regalando dei meravigliosi sguardi sulla città, a volte inaspettati.