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NAPOLI, DRIES MERTENS SI RACCONTA AL PORTALE BLECHER REPORT: “A NAPOLI MANGIANO, DORMONO E VIVONO DI CALCIO”

Dietro alle spalle come numero di maglia ha il 14, però da quando l’allenatore Maurizio Sarri lo ha utilizzato come “falso nove”, l’esterno belga Dries Mertens in 30^ giornate di Serie A ha già segnato 20 goal e al momento si ritrova soltanto a tre lunghezze dal podio. Ma il numero più adatto per lui potrebbe essere il 9, come afferma lo stesso attaccante della nazionale del Belgio durante un’intervista rilasciata al portale belga Blecher Report Credo di sapere cosa la gente vuole dire quando usano il termine ‘falso nove’. Credo che con i gol che ho segnato oggi, possiamo lasciare il termine ‘falso’ e dire io sono solo un vero nove”. Poi lo stesso ha parlato anche del suo ex compagno di squadra Gonzalo Higuain, il quale ha incontrato da avversario proprio di versi giorni fa durante la partita di semifinale di coppa Italia, partita vinta dal Napoli grazie a un goal proprio di Mertens, uno del capitano Hamsik e del talento di Frattamaggiore Insigne “Siamo amici, si congratula con me quando faccio bene. Ma so che alla fine vuole essere davanti a me”. Continuando con l’intervista, il belga fa un parallelo tra due città, Napoli e l’Olanda “Quando vivevo in Olanda vedevo un sacco di televisione, guardavo Netflix per tutto il tempo. Lì si mangia alle 6, alle 7, e si finisce alle 8, poi si va a letto. Questo è quello che ho fatto in Olanda. Ma qui a Napoli non è così. Torno a casa alle 7:30 e andiamo a mangiare fuori o in casa, alle 8:30-9 e poi si finisce alle 11, 11: 30, perché è più importante di altre cose. Poi, dopo cena, si va a letto, o si va a leggere un libro. È diverso, non lo so, penso che mi piaccia più vivere questo modo”. L’attaccante Belga soffermandosi sulla sua città attuale, parla del tifo del popolo napoletano “Pazzesco come qui vivono il calcio, per vedere qualcosa del genere forse bisogna andare in Argentina”.  Infine “Trilly” (così soprannominato dai tifosi) rivela un “retroscena” della sua infanzia e rivela che da bambino non aveva “miti” di qui immedesimarsi “Non avevo nessun idolo nel calcio da bambino perché ero sempre fuori. A casa dei miei genitori, la televisione non la vedevo mai. Forse per la coppa del Mondo o qualcosa del genere. Mio padre ha fatto un campo vicino casa per noi per giocarci”.

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