Il sangue di San Gennaro si è sciolto, alle ore 10.37 di ieri 16 dicembre 2019 nella cappella del Tesoro, quando lo sventolio del fazzoletto bianco da parte di un membro della Deputazione del Patrono di Napoli: questo il segno dell’avvenuto prodigio, il “miracolo d’inverno”.
Si tratta del terzo “appuntamento” con il miracolo, dopo quello del primo sabato di maggio e quello, ancora più atteso, del 19 settembre, giorno in cui si venera il Santo Patrono di Napoli.
Quello di dicembre è, forse, il miracolo meno conosciuto, e definito “miracolo laico”, proprio perché si svolge nella Cappella del Tesoro di San Gennaro, all’interno del Duomo, gestita dalla Deputazione di San Gennaro e dunque di “proprietà” della città di Napoli e non della Curia.
Ogni anno, da circa sei secoli a questa parte, nella cornice della cattedrale di Santa Maria Assunta di Napoli, avviene un miracolo: lo scioglimento del sangue di San Gennaro, patrono della città. Un rito che i napoletani – credenti e non – seguono con il fiato sospeso. Dallo scioglimento del sangue, infatti, dipende il destino della città nei mesi successivi. Durante il rito l’arcivescovo della diocesi preleva due ampolle, che sono custodite nella cappella del famoso tesoro del santo (il più prezioso al mondo, più di quello della corona d’Inghilterra) e le espone pubblicamente, attendendo che il sangue da solido diventi liquido. Il miracolo di San Gennaro non è mai stato riconosciuto ufficialmente dalla chiesa, che pur ne rispetta la venerazione popolare.