Qui ed ora

Napoli e Roma sulla “stessa barca”

Achille della Ragione racconta del tempo trascorso per motivi di forza maggiore un lungo periodo nella città eterna, ma a parte la struggente nostalgia per l’aria frizzante di Posillipo e Mergellina e per l’atmosfera di gioia della Sanità e dei quartieri spagnoli, ricorda si essersi  trovato a suo agio: lo stesso traffico caotico, mura imbrattate da writers scatenati, mendicanti e lava vetri ubiquitari, autobus sovraffollati, ma soprattutto spazzatura debordante e raccolta differenziata simbolica, con automezzi che mescolavano il contenuto dei vari recipienti, rendendo vano il sacrificio dei pochi cittadini che distinguevano la plastica e la carta, dall’umido e dal vetro.
Ha poi puntualizzato di aver trascorso di recente alcune settimane nella capitale ed ho notato che nulla è cambiato ed oramai le due città possono considerarsi gemelle: autobus privi di aria condizionata, volti patibolari in aumento, monnezza straripante e quartieri come la Bufalotta che nulla hanno da invidiare a Scampia.
Non resta che variare il vecchio toponimo da “Caput mundi” a “Vescica dell’universo”.

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