La Federico II si prepara a portare anche in ateneo la Fase 2. Con ingressi contingentati, sanificazioni continue degli ambienti, rilevamento della temperatura all’ingresso delle strutture. Al termine della seduta del Senato accademico, ieri, i rappresentanti della Confederazione degli studenti hanno diffuso una serie di aggiornamenti che sono ora all’attenzione dell’unità di crisi dell’università sulle prospettive di riapertura.
La strada è segnata. E prevede, come per tutte le attività del Paese, una serie di step da valutare settimana dopo settimana. I dipartimenti, intanto, stanno autonomamente provvedendo all’acquisto delle mascherine (che saranno obbligatorie solo se nell’ambiente in questione ci sarà più di una persona), e uno stock di 80 mila mascherine dovrebbe essere acquistato entro la metà del mese di maggio.
I rappresentanti di Confederazione hanno interloquito a lungo, in questi giorni, con la governance dell’ateneo, e le anticipazioni che forniscono sono anche il frutto del confronto a porte chiuse, evidenzia Repubblica. La prossima, intanto, sarà una settimana di prova che prevede lezioni ed esami – nonché sedute di laurea – ancora a distanza, con Microsoft che da metà del mese dovrebbe provvedere ad implementare la piattaforma Teams consentendo un maggior numero di video a schermo. E se il personale tecnico amministrativo continuerà in massima parte a lavorare in smart working, le strutture dell’ateneo dovrebbero aprire le porte anche agli studenti che ne avessero bisogno.
Tesisti e dottorandi, ad esempio: gli studenti alle prese con tesi sperimentali dovrebbero poter entrare nei laboratori (senza i quali non possono procedere nel loro impegno) fornendo una autocertificazione. Mentre docenti e ricercatori potranno entrare negli uffici e nei laboratori ( una persona ogni 10 metri quadrati di laboratorio), ma a turno; ed anche loro fornendo al direttore di dipartimento una autocertificazione che servirà anche a tracciare gli ingressi, a controllare e contare le presenze. Ed a prevedere, all’occorrenza, un calendario settimanale che permetta anche ai dottorandi una turnazione. Nota dolente quella che riguarda le biblioteche, cui dovrebbero avere accesso almeno gli studenti che stanno elaborando la loro tesi di laurea.
Ma sarebbe indispensabile, ad ogni passaggio, una sanificazione di ambienti, tavoli e scrivanie; operazioni che, al momento, l’ateneo rischia di non poter programmare. Anche perché la sanificazione, ad iniziare dalla Fase 2 e poi a regime, dovrà riguardare tutte le parti comuni, senza trascurare pulsanterie degli ascensori ed interruttori, ad esempio, corrimani e impianti di aria condizionata. Una operazione imponente, visti i 350 mila metri quadri di patrimonio edilizio dell’ateneo.
Nelle aule, negli ambienti comuni, nei corridoi, un’apposita segnaletica dovrà indicare comportamenti e indicazioni dettate dalla prudenza, e per accedere a quegli spazi, secondo quanto riportato da Confederazione, sarà rilevata la temperatura degli utenti agli ingressi, mentre erogatori di disinfettante permetteranno di igienizzare le mani. Ancora le mascherine, infine. Che dovrebbero essere distribuite anche all’ingresso e dovrebbero essere obbligatorie per il personale se in ufficio non si è da soli.