Quando pronunciamo Napoli, pronunciamo un periodo di storia lungo diversi millenni. La nostra città è un riassunto di storia europea fatto da diverse civiltà che hanno dipinto la nostra tela con culture, passioni e patrimoni artistici e monumentali.
Napoli possiede la sua Cattedrale, quella di San Gennaro. Un’opera d’arte vera e propria. Insieme alla Cattedrale la città vanta la famosa strada del centro storico Spaccanapoli,la Cappella di Pio Monte della Misericordia, il Museo nazionale di San Martino, la Chiesa di San Gregorio Armeno, la Galleria Borbonica, le Catacombe di San Gennaro, il Museo del Tesoro di san Gennaro, il Maschio Angioino, Castel Sant’Elmo, Piazza del Plebiscito, il Palazzo Reale e niente, quando si parla delle attrazioni di Napoli è difficile fermarsi…
Tutta la città vive all’ombra del Vesuvio, vulcano attivo ancora. Il Vesuvio scruta, borbotta ma vive tranquillo.
Ma come puo’ la mamma del Principe Totò e di Massimo Troisi che ha poi adottato anche Maradona e Pino Daniele a volte essere maltrattata così tanto?
Come puo’ un riassunto di storia preziosissimo diventare un muro da “imbrattare”?
Come è che le strade sono così sporche?
Beh, le risposte purtroppo non spettano tutte a noi. Il fantastico lungomare di Napoli, la pista ciclabile, la sempre pulita Piazza Vittoria sono, insieme, una cartolina fasulla.
Sindaco, regalerebbe mai a suo figlio un giocattolo rotto in una scatola intatta?
Ma tutti i problemi di Napoli è giusto a volte non attribuirli solo al Sindaco. Uno dei grandi problemi di Napoli è il Napoletano che scappa dal problema.
Quello che condivide il lungomare di Napoli su Facebook e si disinteressa dei problemi.
La teoria delle finestre rotto afferma : ”
Mantenere e controllare ambienti urbani reprimendo i piccoli reati, gli atti vandalici, la deturpazione dei luoghi, il bere in pubblico, la sosta selvaggia o l’evasione nel pagamento di parcheggi, mezzi pubblici o pedaggi, contribuisce a creare un clima di ordine e legalità e riduce il rischio di crimini più gravi.
Ad esempio l’esistenza di una finestra rotta (da cui il nome della teoria) potrebbe generare fenomeni di emulazione, portando qualcun altro a rompere un lampione o un idrante, dando così inizio a una spirale di degrado urbano e sociale”
In pratica se avessimo la buona volontà di raccogliere del vetro rotto dalla strada lasciato da qualche poco di buono, nessuno si sentirebbe autorizzato a lasciarne altro. Se riuscissimo a non abbandonarci anche noi a noi stessi, forse Napoli sarebbe migliore.
E’ troppo facile lamentarsi. I problemi esistono in forma EVIDENTE, ma il popolo più bello del mondo non è esente da colpe. Forse qualcosa lo sbaglia anche quando, finita una sigaretta, ne getta la cicca a terra.
Partendo dal niente si arriva al tutto. Ma al tutto ci si arriva insieme, non ci si arriva in tre o in quattro, si arriva globalmente. Si arriva quando Napoli non vanterà solo il Lungomare, ma vanterà Scampia, Pianura e Secondigliano.
Credo che in ogni cuore Napoletano viva una voglia di riscatto che non bisogna perdere nel tempo anzi deve giocare a nostro favore, non per eliminare la criminalità o aggiustare i manti stradali, QUESTO NON SPETTA A NOI, ma per civilizzare quel qualcuno che civilizzato non è.
Riprendiamoci Napoli, dalla cicca di sigaretta al tetto del mondo.
Se ci fosse il maestro Pino concluderebbe: ”
“Napul’ è mille culure”
Aveva ragione. Quei mille colori bastava solo saperli unire.
Non era facile, ma nemmeno impossibile.
Riprendiamoci la storia.