Ieri pomeriggio, a Napoli, si è tenuto l’ultimo saluto all’ex governatore della Campania, Antonio Rastrelli, ha generato molte polemiche. Un gruppo di persone ha atteso l’uscita del feretro davanti alla chiesa del Sacro cuore dove si sono svolti i funerali e ha dato l’addio al politico con il saluto fascista. “Attenti, camerata Antonio Rastrelli, presente” hanno urlato per tre volte una decina di presenti. Il gesto non è passato inosservato. Il vicesindaco di Napoli, Enrico Panini, ha commentato duramente: “Una manifestazione davvero deplorevole che condanniamo nettamente e che nulla ha a che fare con il dolore. Napoli non meritava niente di tutto ciò”.
Gremita fino all’uscio la chiesa del Sacro Cuore al corso Vittorio Emanuele a Napoli. A rendere l’ultimo saluto a Rastrelli, ricordato come il «politico galantuomo» sono venuti anziani e giovani militanti del centrodestra ma anche i rappresentanti delle istituzioni. In prima fila, infatti, c’erano, oltre al vicesindaco Panini, il vicepresidente della giunta regionale della Campania, Fulvio Bonavitacola, il vicesindaco di Napoli, Enrico Panini, l’ex senatore e presidente della Provincia di Salerno, Alfonso Andria, e quello della Provincia di Roma, Silvano Moffa, e l’ex sindaco di Benevento, Pasquale Viespoli. Oltre a tanti altri esponenti politici della prima e della seconda Repubblica.
Antonio Rastrelli è morto all’età di 91 anni il giorno di Ferragosto. Rastrelli, fratello di don Massimo, lo scomparso religioso gesuita che a Napoli dette vita negli anni ’80 alla fondazione antiusura San Giuseppe Moscati, è stato militante del Msi (ricoprendo anche il ruolo di segretario amministrativo) ma anche consigliere comunale e provinciale di Napoli, deputato, senatore, sottosegretario nel primo governo Berlusconi, fino a diventare presidente della Regione Campania nel 1995. Ma sempre, come ha ricordato dall’altare il figlio, «ha rispettato le istituzioni». Due giorni dopo l’elezione alla presidenza della Regione (23 aprile 1995), volle prendere parte alla cerimonia del 25 aprile. «Politico d’altri tempi, è stato un punto di riferimento per tutte le classi dirigenti, oltre gli schieramenti di appartenenza – ha detto il Governatore Vincenzo De Luca – Ha agito sempre con coerenza e grande rispetto delle istituzioni». «Siamo sempre stati su posizioni politiche diverse e perfino opposte: lui veniva dal Msi ed io dal Pci. Ma tutti e due con il senso delle istituzioni», ha scritto invece l’ex presidente della Regione, Antonio Bassolino.