Napoli è tornata a franare. Qualche giorno fa un’ondata di terreno si è riversata su un palazzo delle Rampe di Sant’Antonio, zona Posillipo. L’ennesima frana che crea spavento. L’ennesima frana che preoccupa. Un intero palazzo bloccato dal terreno. Nel tardo pomeriggio un forte rumore ha spaventato gli abitanti dell’edificio, in pochi attimi alcune pareti dei primi piani erano sfondate e il terreno ha invaso le case dei condomini. Terreno che ha completamente bloccato il portone d’ingresso, unica via di fuga in quel momento per le persone, che abitano il palazzo. Solo grazie all’immediato intervento dei vigili del fuoco, i condomini sono riusciti ad abbandonare lo stabile, dalle finestre. Una giornata di paura per tutta quella gente, che ha dovuto lasciare le proprie case. L’intera zona è stata subito posta sotto sequestro per accertare le cause dell’incidente e, mettere in sicurezza l’edificio.
Un’altra frana ha quindi spaventato i cittadini napoletani. Meno di un mese fa, ce n’era stata una nella zona della Riviera di Chiaia, anche lì miracolosamente non c’è stato nessun ferito.
Anche la zona del bosco di Capodimonte ha avuto un recente cedimento, che è stato deciso di “rappezzare”costruendo immensi blocchi di cemento. Una soluzione, che chiaramente non risolve il problema, ma lo rimanda solamente. L’amministrazione attuale sembra sia più impegnata ad annunciare, piuttosto che a fare. Intanto, il terreno della città, anche a causa delle abbondanti piogge, che ci sono state per tutto il periodo invernale, sta dando chiari segni di cedimento. Cedimento, che se ci fosse un piano di manutenzione, potrebbe essere evitato o, quanto meno arginato.
E’questa la dura accusa del professor Francesco Peduto, Presidente regionale dei geologi. «Quella di Posillipo è una storia tristemente già vista. Accade sempre nello stesso modo e continuerà sempre così. Napoli ha bisogno di manutenzione e controlli costanti, invece a ogni tragedia sfiorata ci indigniamo e poi non facciamo nulla». Dalle parole del professor Peduto traspare molta preoccupazione per la situazione geologica del capoluogo campano. Per Padano non ci sono dubbi, l’ultimo crollo avvenuto sulle Rampe di Sant’Antonio è capitato a causa di una mancata manutenzione e di un inesistente controllo. «E’da decenni che si dicono sempre le stesse cose, ma non c’è mai nessuno che decide di investire su un piano di controllo serio», ha continuato il Presidente. In una lunga intervista, rilasciata al quotidiano Repubblica, il professor Peduto ha spiegato dettagliatamente che a Palazzo San Giacomo esiste un ufficio del Sottosuolo, un ufficio che però, assolve solamente compiti burocratici, controllando carte e documenti. «Quest’ufficio dovrebbe coordinare squadre tecniche sparpagliate sul territorio ogni giorno, per prevenire voragini e crolli», ha sottolineato Peduto. In molti potrebbero pensare che simili controlli a tappeto non avvengono per assenza di personale, invece, ha spiegato il professor Peduto: «Grazie a un’intesa sui presidi territoriali tra noi, la federazione campana degli ingegneri e la Regione ci sono già 50 geologi e 50 ingegneri formati presso la scuola regionale di protezione civile e altri 39 geologi e 39 ingegneri che si stanno formando, giovani che saranno poi a disposizione della protezione civile». Quindi, stando a quanto dice Peduto, il personale non mancherebbe, c’è e, già si sta investendo su altre figure professionali. Per quale motivo allora non esiste la manutenzione a Napoli? Manutenzione è una parola che sembra essere completamente sparita dall’agenda del Comune e della Regione. Eppure è ormai noto che per Napoli la manutenzione è un imperativo, dal quale non si può e non si deve assolutamente prescindere. La situazione geologica della città napoletana è sempre stata piena di criticità e lo continua a essere, senza che nessun’amministrazione faccia niente. L’accusa del professor Padano è molto dura: «O i nostri amministratori prendono atto delle numerose criticità di questa città, voragini che si aprono, muri che crollano, o continueremo a parlare di tragedie sfiorate, fino a quando non accadranno sul serio».
Le parole del Presidente regionale dei geologi centrano in pieno il problema, che attanaglia da sempre questo territorio, la manutenzione è un’attività sempre più fondamentale per Napoli. Questa volta a parlare non sono associazioni cittadine o giornalisti, ma è un esperto che conosce bene tutti i rischi e le insidie, che i dissesti geologici possono comportare. Con la speranza che quest’appello non resti inascoltato e che s’inizi a smuovere, finalmente, l’incuranza che caratterizza questa città.