Il Palazzo dello Spagnolo fu edificato a partire del 1738 per volere del marchese di Poppano, Nicola Moscati. A quel tempo il marchese ricevette, in dote dalla moglie, la figlia del barone d’Albanella, due palazzi vicini. Per avere una dimora più sfarzosa e imponente decise di unire i due edifici. Bisogna ricordare che, rispetto al progetto originale, è andato perduto il giardino che si estendeva sul retro del palazzo. Nel 1759 lo Spagnuolo passò in eredità al figlio del marchese, Giuseppe Moscati, che in seguito lo lasciò al successore Nicola. Negli anni, però, la famiglia iniziò a perdere parte delle ricchezze che possedeva, così il tribunale decise di vendere alcuni degli appartamenti dell’edificio ai creditori. All’inizio dell’Ottocento il palazzo fu acquistato da Tommaso Atienza, marito di Donna Anna Maria Pelliccia dei nobili di Tropea. Il nuovo proprietario era chiamato lo “Spagnolo”, nomignolo che poi fu attribuito all’edificio. Atienza fece realizzare gli affreschi, quasi del tutto perduti, delle sale al piano nobile e al secondo piano, e decise di ampliare ulteriormente il lato destro, facendo costruire un piano aggiuntivo dall’architetto Antonio Pecovaro. Il terzo piano presenta ancora la cornice che delimitava l’antica struttura. Successivamente il palazzo finì nuovamente nelle mani del tribunale che decise di metterlo all’asta. Si susseguirono diversi proprietari fino al 1850, anno in cui l’edificio fu acquistato dalla famiglia Costa. In seguito è stato frammentato in più parti vendute separatamente. Solo due appartamenti all’ultimo piano sono stati acquistati dalla regione Campania. Diversi lavori di restauro sono stati eseguiti nel 1966 e nel 1980 dopo il terremoto. Mentre nel 1997 lo scultore Augusto Perez comprò uno degli appartamenti nel quale riuscì a recuperare le originali decorazioni. Per lungo tempo i suoi eredi hanno cercato di far realizzare un museo dedicato a Perez all’interno del palazzo, senza però riuscirvi. Così come è non è stato mai portato a termine il progetto di istituire un’esposizione permanente dedicata a Totò. Il palazzo ha invece ospitato, in passato, l’istituto delle guarattelle, marionette di epoca aragonese. La caratteristica principale dello Spagnuolo è una monumentale scala a doppia rampa, definita ad “ali di falco”. La scala presenta cinque aperture per piano che, ad accezione dell’ultimo, si sviluppano simmetricamente. L’interno e l’esterno sono ornati con decorazioni a stucco in stile rococò realizzate, intorno al 1742, da Aniello Prezioso su disegno di Francesco Attanasio. Le porte di accesso agli appartamenti sono sormontate da stucchi che incorniciano medaglioni con busti-ritratti del primo proprietario del palazzo, il marchese Nicola Moscati. L’architettura è attribuita a Ferdinando Sanfelice che realizzò degli ampi archi che seguivano l’andamento delle scale, poste su entrambi i lati, riproponendo lo stesso tema architettonico del Palazzo Sanfelice. Alla fine del 1700 il palazzo fu acquistato da Tommaso Atienza, detto lo Spagnolo, il quale dispose ulteriori lavori di abbellimento, in seguito andati perduti. Attualmente la proprietà del fabbricato è frazionata. Una parte dell’edificio è di proprietà pubblica ed è stato destinato ad un Museo dedicato a Totò, anche se il progetto non è ancora ultimato