Questa mattina circa 100 Taxi nel napoletano si sono organizzati per protestare contro il mancato sostegno da parte del governo alla loro categoria, per essere stati messi da parte durante la pandemia di COVID-19.
L’obiettivo è quello di ottenere nuovi aiuti per le famiglie rimaste senza reddito: “Non si lavora più, vogliamo i ristori per la zona rossa”, si esprime rammaricato un tassista ai microfoni del collega di “Fanpage”.
Il corteo è partito dall’aeroporto di Capodichino a Napoli, ha poi percorso via Galileo Ferraris, dirigendosi prima verso il Comune di Napoli in Piazza Municipio e poi verso la Regione Campania a via Santa Lucia.
I tassisti proprio alla Regione chiedono un aiuto, un sostegno finanziario, in quanto la pandemia ha colpito duramente anche la loro categoria, provocando una riduzione degli incassi notevole.
Nel corso di questa crisi che si prolunga da ormai un anno, i tassisti lamentano di non aver ricevuto nessun compenso, neanche una tantum, che possa permettergli di mandare avanti la loro famiglia avendo perso del tutto il lavoro visti i minori o nulli spostamenti dei napoletani da e verso stazioni, porto e aeroporto e in generale verso i luoghi pubblici che -tranne ospedali e pochi altri- sono chiusi (cinema, teatri, eccetera).
Nello scorso mese, specifica la Regione, era già stato erogato un bonus di 2mila euro per finanziare i conducenti di taxi, auto noleggio Ncc, Ncc Ts e scuolabus affinché possa essere superata la crisi economica legata al Coronavirus che ha colpito il settore del trasporto pubblico non di linea.
Il decreto però, in cui era sancito questo provvedimento, specificava che questo tipo di aiuto economico è «richiedibile una sola volta, anche se le autorizzazioni siano più di una in capo allo stesso titolare, e non è cumulabile con altre misure di sostegno della Regione Campania per contrastare l’emergenza sanitaria da Covid-19».
Questo non è stato visto di buon’occhio dai tassisti partenopei i quali hanno deciso di chiedere a Palazzo Santa Lucia un nuovo tavolo per ottenere ulteriori aiuti economici ad una categoria, che secondo loro, è stata abbandonata dalle istituzioni.
A cura di Federica Chiapparelli