Nuovo appuntamento a Napoli con il workshop che tende a ribaltare completamente l’approccio tra medico e paziente, che va messo “al centro” ed “ascoltato” perché con i suoi racconti può aiutare il medico a personalizzare le terapie in modo preciso. Oltre alle massime autorità medico-scientifiche esperte in materia, anche Patrizio Rispo parteciperà alla giornata formativa portando il suo prezioso contributo.
Questo è il tempo che in media un medico ospedaliero può dedicare alla visita di un paziente durante l’attività ambulatoriale. In 600 secondi il medico deve verificare analisi e referti, prescrivere la terapia, spiegarla al paziente e al caregiver, rispondere a domande su prognosi, effetti collaterali, timori, perplessità. In ambulatorio vi sono altri 20 o più pazienti in attesa, ciascuno con le proprie paure, ansie, con la necessità di sentirsi accudito, coccolato, perché il proprio problema è il più importante di tutti. Inoltre, il poco tempo disponibile amplifica le difficoltà relazionali fra medico e paziente e familiare, facendo sì che questi ultimi avvertano sempre più freddezza e distacco, a cui si aggiunge – spesso – l’incapacità dei sanitari
di comunicare in modo semplice ed empatico. La mancanza di una formazione specifica sulla comunicazione in sanità accentua le problematiche dei professionisti del settore nel comunicare una diagnosi, una progressione, una scelta terapeutica, aspettative di vita o un decesso, portando clinici e chirurghi a usare di frequente un linguaggio scientifico, il cosiddetto
‘medichese’, poco comprensibile ai più.
Su questa premessa si basa il secondo appuntamento con il convegno “L’ematologia, l’oncologia e la medicina del dolore tra umanizzazione delle cure e precision medicine”, in programma a Napoli il 26 ottobre alle 9:30 nella sede della Croce Rossa in Via San Tommaso d’Aquino. Dopo il successo dello scorso anno, infatti, torna il workshop che vuole umanizzare il rapporto tra medico e paziente, mettendo quest’ultimo “al centro” perché con i suoi racconti può aiutare i medici ad individuare il miglior percorso di cura: “Quest’anno – spiegano gli organizzatori del convegno Beniamino Casale, Responsabile IPAS Terapie Molecolari e Immunologiche in Oncologia – A.O. dei Colli e Carlo Negri, socio e amministratore di Napolilab, società di consulenza marketing – la formula sarà diversa. Le sessioni saranno sempre due: quella del mattino sarà incentrata sulla parte scientifica, mentre quella pomeridiana riguarderà la comunicazione. Nella sessione
scientifica, però, i relatori avranno 10 minuti per spiegare alla variegata platea le ultime novità nelle tre aree tematiche, usando un linguaggio semplice e comprensibile a tutti e, in alcuni interventi con più relatori, sarà usata la tecnica del role-playing. La sessione comunicazione sarà invece incentrata sul paziente oncologico con una serie di testimonianze che riguardano tutti i diversi attori che intervengono durante le varie fasi della patologia e terminerà con una best practice nella cura di una malattia cronica”.
Simonetta De Chiara Ruffo