La storia che si ripete. Ebbene si.
Napoli è bella, bellissima. Città decantata ed esaltata da poeti, cantautori e scrittori. Turisti e intellettuali. Insomma da tutti.
Eppure, c’è qualcosa che proprio non funziona. C’è chi sperava che, almeno con il coronavirus (causa distanziamento sociale) certi limiti dei trasporti diventassero solo un brutto ricordo e invece… no.
Niente è cambiato, anzi, per quanto possibile, la situazione dei trasporti a Napoli è peggiorata.
I trasporti ovvero i mezzi pubblici su gomma e su rotaia a Napoli e in generale in Campania sono ormai in una condizione disastrosa.
E’ stato esaltato il ritorno del tram: “Una corsa ogni 8 minuti” ed è stato dimenticato che i bus non ci sono, o meglio, sono pochissimi.
La metropolitana collinare è da sempre un grosso nodo da risolvere. Abbraccia tantissime zone, collega bene la città partenopea e sono in atto i lavori per nuove stazioni. Ovviamente lavori che vanno avanti da una vita, tanto che qualcuno intona “questa metropolitana la stanno facendo o la stanno cercando?”.
Però c’è da dire che la buona volontà forse c’è. Eppure non si va avanti. Non migliora la situazione dei mezzi di collegamento. Ci sono continuamente disservizi, tra treni guasti e circolazione limitata. La fermata metropolitana di Toledo è stata dichiarata tra le più belle del mondo, i suoi colori blu, azzurro e turchese sono il richiamo perfetto di questa terra di mare. Ma come ci si arriva a Toledo? Due volte su tre la linea è interrotta, o meglio, la metropolitana arriva fino a Dante senza proseguire la sua tratta fino a Garibaldi. Ma perchè? Questo, non è dato saperlo. E’ una storia davvero assurda. E tutto questo crea tantissimi disservizi agli utenti che ogni giorni devono inventarsi un modo nuovo per arrivare a lavoro o per portare a termine i loro impegni anche perchè molto spesso non c’è nessun comunicato dell’azienda in cui si chiariscono i motivi del mancato servizio e, ovviamente, nessuna notizia sul ripristino delle corse.
I mezzi di trasporto a disposizione sono pochi e probabilmente per questo le corse sono rare, specie quelle di prima mattina o di tardo pomeriggio, gli orari più critici della giornata, e avvengono in autobus e treni affollati in stile giapponese, cioè una serie di corpi ammassati gli uni sugli altri che molto spesso non riescono a scendere neanche alla propria fermata. Donne, anziani, disabili e bambini non possono gareggiare nell’affrontare una corsa nelle ore di punta. Gli utenti talvolta esasperati scaricano la loro insoddisfazione sui poveri addetti, controllori, autisti, manovratori, che sono vittime incolpevoli del disagio dei cittadini.
In tutto questo mal servizio la domanda principale è: perchè? Perchè nessuno si preoccupa di questa situazione che crea disagio agli utenti? Perchè mettere una corsa ogni 15 minuti? Perchè bisogna pagare un servizio che “non c’è”?
Le responsabilità politiche e amministrative circa i mezzi di trasporto si dividono tra il Comune e la Regione Campania, cioè tra il sindaco De Magistris e il ri-confermato governatore De Luca.
Il sindaco, purtroppo, non è in grado di organizzare il servizio dei trasporti. La sua giustificazione è la mancanza di soldi nelle casse del Comune e perciò chiede aiuto alla Regione. De Luca dal canto suo, ha acquistato gli unici mezzi pubblici decorosi che da qualche tempo circolano per Napoli sottolineando anche lui la mancanza di fondi. E’ un pò la classica storia: due bambini che combinano un guaio e dopo si danno la colpa a vicenda, anche se parliamo di due uomini politici e ambiziosi.
Tuttavia gli utenti sono stanchi e anche arrabbiati. In questo periodo difficile, causa coronavirus, i cittadini chiedono di essere almeno tutelati. Bisogna rispettare il distanziamento sociale anche sui mezzi pubblici e deve esserci l’obbligo di indossare la mascherina (con il naso coperto).
Più corse e meno persone a bordo.