Il week end del primo maggio ha registrato per un anno di seguito, un bilancio positivo. Bilancio positivo, però, per quel che attiene il numero di turisti che hanno scelto di visitare Napoli. Da giovedì 30 aprile la città è stata invasa da numerosissimi turisti, alcuni stranieri, altri italiani, tutti desiderosi di passare qualche giornata nel capoluogo partenopeo, ammirandone le sue bellezze, il suo folclore e le sue caratteristiche, che spesso la rendono unica. Doveva essere un week end positivo sotto tutti gli aspetti. B&B e alberghi hanno registrato sold-out, per commercianti e ristoratori questi giorni sono stati una boccata d’aria fresca, in un periodo di magra come quello attuale. Per le strade si respirava un clima cosmopolita. Le belle giornate hanno incorniciato questi tre giorni, che per Napoli sono stati davvero di fuoco. Quasi impossibile camminare per le vie del centro, tanta era l’affluenza.
Ma come spesso accade in questa città, quel che doveva essere un’occasione per quella riqualificazione del territorio, inseguita a intermittenza, ormai, da anni, è diventata l’ennesima dimostrazione di come, Napoli, seppur bella e magica, continua a essere un luogo violento e privo di regole. Costa dirlo, ma purtroppo sono i fatti a parlare. Nelle stesse ore, in cui le strade, erano colme di persone, una vigilessa, è stata aggredita da un senegalese in Galleria Umberto. L’ambulante l’ha colpita alle spalle, davanti agli occhi increduli di passanti e turisti, dopo che aveva tentato di fuggire con la merce contraffatta, da lui venduta. Una scena allucinante, per chi osservava e per la povera donna, che stava facendo il suo lavoro. La situazione degli ambulanti, che con le loro bancarelle, riempiono le strade della città, rendendo anche difficile il transito dei pedoni, è diventata ingestibile. Ma soprattutto urge un intervento che regoli questo fenomeno.
Nella giornata di domenica, invece, in un vicolo dei Quartieri Spagnoli, a due passi da Via Toledo, zona colma di persone e turisti, c’è stata una sparatoria, con un morto e un ferito. Ennesimo episodio della criminalità organizzata, che purtroppo da sempre, è radicata nel territorio. Al centro storico, zona in cui di notte si concentra gran parte della movida cittadina, due ragazzi sono stati accoltellati, sembrerebbe per futili motivi e un altro, a Piazza Bellini, è stato aggredito da uno sconosciuto. Sempre ai Quartieri Spagnoli due pizzerie, di proprietà della stessa persona, sono state incendiate. Secondo gli inquirenti si tratterebbe di un incendio doloso.
Insomma il bollettino di questo week end sembrerebbe più di guerra che d’altro. Sebbene sia vero, che il turismo nell’ultimo periodo abbia subito una netta rimonta, resta il fatto che Napoli continua a essere scenario, troppo spesso, di episodi di violenza. Violenza, in parte, riconducibile alla criminalità organizzata e in buona parte, invece, a fenomeni di microcriminalità, che a volte, si stenta a crederlo, nascono per puro divertimento. E come se la città fosse divisa in due classi di persone, da un lato chi vive secondo le proprie regole, fregandosene del bene comune e dei principi basilari per una pacifica convivenza e, dall’altro lato c’è chi invece, vive rispettando la propria città e le persone che la abitano, sognando che un giorno qualcosa possa migliorare. Torna in mente il detto, che seppur cinico, in questo caso rende bene l’idea: “Il presepe è bello, ma i pastori non sono buoni”.
Viene da domandarsi, qual è la speranza per questa città?