Qui ed ora

NASCE MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA.IL NOME RIMANDA A DUE SIGLE GIA’ NOTE.

“Un nuovo inizio”: con questa sintesi non troppo originale Roberto Speranza, arrivando alla Città dell’altra economia, nel quartiere Testaccio di Roma, ha descritto l’assemblea con la quale prende il via ufficialmente l’unificazione tra i fuoriusciti del Pd e quelli di Sinistra Italiana.

Il nome è “Movimento democratico e progressista”. Priorità il lavoro. Non viene dunque scelta la parola sinistra. Assenti, ma solo per oggi, Pier Luigi Bersani (i suoi ci sono tutti, da Miguel Gotor a Davide Zoggia) e Massimo D’Alema, che preferisce non ipotecare da subito l’immagine della nuova creatura politica con il suo peso.

“Noi siamo questo: questo è il nostro simbolo”, ha detto Roberto Speranza mostrando con un videoproiettore l’articolo 1 della Costituzione L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. “La nostra priorità – ha detto – è il lavoro e sono le nuove generazioni. Noi siamo democratici e progressisti”. Nelle prime file ad ascoltarlo ci sono Enrico Rossi, Arturo Scotto, Guglielmo Epifani, Alfredo D’Attorre, Miguel Gotor, Davide Zoggia, Stefano Fassina.

“Oggi lanciamo un’idea – ha sottolineato Scotto arrivando all’evento – abbiamo un cammino lungo davanti, abbiamo tempo per allargare il campo. Vogliamo costruire un’interlocuzione privilegiata con Pisapia“. “Il nome – ha sottolineato – è un contributo all’allargamento delle altre forze politiche. ‘Democratici e progressisti’ e art. 1, repubblica fondata sul lavoro”.

Quanto ai rapporti con il governo guidato da Paolo Gentiloni, Rossi spiega: “Nasce un gruppo nuovo e per quanto mi risulta ci sarà il sostegno al governo”, ma alcune politiche verranno condizionate. Ad esempio, per Rossi “sarebbe giusta una patrimoniale sulla grande ricchezza”.

Nel gioco un po’ surreale dei rimandi e delle nomenclature, si può anche ricordare come il nome scelto dagli scissionisti – “Democratici e progressisti” – unisca due sigle ben note alla travagliata storia della sinistra nella Seconda repubblica: “Progressisti” erano, nel ’94, i combattenti della “gioiosa macchina da guerra” (un’altra creazione linguistica di Occhetto) allestita dal Pds e da Rifondazione per battere Berlusconi (a proposito: i due partiti si erano scissi qualche anno prima); “Democratici” era invece il nome del partito di Romano Prodi, nato dopo la caduta del suo governo per lanciare il seme del futuro Partito democratico, in aperto contrasto con la linea dell’allora presidente del Consiglio, D’Alema, che predicava insieme a Cossiga il centro-sinistra col trattino

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