Risate, malinconia, commozione, memoria, applausi a scena aperta. Un teatro pieno non soltanto di gente ma anche di emozioni, è questa l’atmosfera che si respira in questi giorni, fino al 17 dicembre, al Teatro Diana a Napoli mentre va in scena “Natale in casa Cupiello”, commedia diretta e interpretata da Vincenzo Salemme.
Lo sanno tutti, parliamo del capolavoro teatrale del grande maestro Edoardo De Filippo. Una commedia tragicomica in tre atti che racconta il Natale della famiglia Cupiello.
Siamo negli anni ‘40, a due giorni da Natale. Iniziano i preparativi per la festività a cominciare dal presepe, fiore all’occhiello del capofamiglia Luca Cupiello, detto Lucariello, interpretato da Salemme ma che viene bistrattato da tutti. La quotidianità si svolge tra i battibecchi del figlio Tommasino, cleptomane e fannullone sempre difeso e coccolato dalla madre Concetta, col padre e con lo zio Pasquale, l’organizzazione del pranzo e l’arrivo turbolento della figlia Ninuccia.
Ninuccia sconvolta confida alla madre di voler lasciare suo marito, il ricco industriale Nicolino, perché si è innamorata di un altro uomo, Vittorio. Ma Concetta la convince a ripensarci e le cose sembrano mettersi a posto, il tutto all’insaputa di Lucariello.
Quando la famiglia intera si riunisce per la vigilia di Natale, però, il susseguirsi di una serie di combinazioni all’improvviso svelerà tutti i segreti taciuti fino a quel momento: una vera e propria tempesta che si abbatterà sul povero Luca Cupiello.
Vincenzo Salemme, che ha lavorato due anni con Eduardo De Filippo e poi dodici insieme a Luca De Filippo, mette in scena la sua versione di “Natale in casa Cupiello”. Lo fa e ci riesce benissimo con rispetto, serenità e naturalezza. Un vestito cucito su misura che gli calza perfettamente.
Il suo spettacolo dura un’ora e cinquanta senza interruzioni e senza i tre atti dell’originale ma dell’originale conserva i dialoghi, lo spirito, il senso, il sentimento, il genio. In un equilibrio impeccabile tra tradizione e cultura del presente, Salemme riesce a “modernizzare” uno dei pilastri del Teatro del Novecento. Lo fa, per esempio, con piccole aggiunte che danno vivacità ai dialoghi senza alterare l’impianto, lo fa con la sua tipica ironia ed espressività, lo fa con la passione sua adattando tutto l’insieme alla sua caratterizzazione meno drammatica pur nella tragedia dei personaggi.
Salemme risulta decisamente credibile anche quando supera le lunghe pause del primo e del secondo atto dell’originale seguendo invece un ritmo più serrato e vincendo in questo modo l’attuale tendenza dello spettatore medio alla continua distrazione.
Salemme non stravolge ma interpreta con quella consapevolezza propria di un vero artista.
Il suo Luca Cupiello non tradisce quello di Eduardo, anzi restituisce tutta la fragilità e l’intensità del personaggio e lo rinnova con uno stile che lo rende più contemporaneo.
Il resto del successo lo determina l’intera compagnia: Concetta interpretata da Antonella Cioli, passionale, complessa, vera capofamiglia non delude; Antonio Guerriero aggiunge una piacevole leggerezza al personaggio di Tommasino; lo zio Pasquale interpretato da Franco Pinelli è ben allineato col personaggio e con la versione dell’opera in scena; Fernanda Pinto è impeccabile nel ruolo di Ninuccia.
“Siamo 40 persone – ha detto Salemme -, mi sono avventurato in un teatro che non si fa più. Una macchina pazzesca dove c’era una laboriosità meravigliosa”.
Le scene di Luigi Ferrigno semplici ma realistiche, le luci di Cesare Accetta decise ed evocative, i costumi di Francesca Romana Scudiero calzanti e discreti hanno contribuito in maniera determinante a creare un’atmosfera autentica ed emozionante in cui lo spettatore si è immerso completamente.
A chiudere il cerchio è il suono di una colonna sonora sobria, pregevole, avvolgente scritta per l’occasione dal premio Oscar Nicola Piovani.
A chi pensa di comparare vecchio e nuovo lo stesso Vincenzo Salemme risponde dopo i ringraziamenti finali. Rivolgendosi direttamente al suo pubblico, ci tiene a dire di non sentire il peso del paragone con il maestro De Filippo perché quel confronto semplicemente non sussiste, perché sarebbe impossibile misurarsi con un gigante. Piuttosto il suo vuole essere un omaggio a Eduardo, niente di più.
A ben vedere dal riscontro di pubblico, un omaggio reso magistralmente.
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Regia di Vincenzo Salemme
Interpreti:
Vincenzo Salemme in Luca Cupiello
Antonella Cioli in Concetta
Antonio Guerriero in Tommasino
Franco Pinelli in Pasquale
Vincenzo Borrino in Nicola Percuoco
Sergio D’Auria in Vittorio Elia
Fernanda Pinto in Ninuccia
Oscarino Di Maio in Raffaele
Agostino Pannone in Luigi Pastorelli
Pina Giarmanà in Carmela
Geremia Longobardo in Il dottore
Nuvoletta Lucarelli in Olga Pastorelli
Gennaro Guazzo in Alberto
Marianna Liguori in Rita
scene Luigi Ferrigno
costumi Francesca Romana Scudiero
luci Cesare Accetta
musiche Nicola Piovani
produzione Valeria Esposito per Chi è di scena e Gianpiero Mirra per Diana Or.i.s.
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Rosalba Carchia