Non bastava il Covid a rovinarci il Natale, la Rai ha pensato bene di darci il colpo di grazia distruggendo definitivamente una tradizione secolare, ovvero la messa in onda, nel periodo delle feste, di Natale in Casa Cupiello, la commedia scritta e interpretata da Eduardo De Filippo. In realtà una versione della stessa, diretta da Edoardo De Angelis, è andata in onda addirittura sulla rete ammiraglia in prima serata, ma ciò a cui abbiamo assistito è un vero e proprio scempio.
Sia chiaro, non c’è nulla di male a reinterpretare un classico del teatro partenopeo, le commedie sono scritte proprio per essere recitate nel corso degli anni e addirittura dei secoli, non possiamo certo pretendere che siano recitate unicamente da chi le ha scritte o da chi comunque le ha portate al successo, e non critichiamo nemmeno lo spostamento temporale: gli sceneggiatori del film televisivo hanno infatti spostato l’ambientazione di venti anni (1951 anziché 1931) ma anche lo stesso Eduardo in una versione televisiva in bianco e nero del 1962 fece qualcosa di simile, la ambientò nell’anno della stessa messa in onda. Neanche bisogna fossilizzarsi sul fatto che un testo teatrale non possa essere trasposto per altri media, lo stesso Eduardo realizzò versioni cinematografiche delle sue commedie. Abbiamo anche apprezzato le riduzioni televisive delle commedie di Eduardo realizzate dalla stessa Rai in passato: quelle di circa dieci anni fa realizzate da Massimo Ranieri , e la versione cinematografica dell’anno scorso, sempre prodotta dalla Rai, della commedia Il sindaco del rione Sanità diretta da Mario Martone. Natale in casa Cupiello sicuramente più di altre è associata alla figura del suo autore ma comunque attori come Carlo Giuffrè e Luigi De Filippo non hanno temuto il confronto e l’hanno portata in scena con risultati più che soddisfacenti. La Rai ha invece scelto un attore che con Napoli e la napoletanità non c’entra nulla, ossia Sergio Castellitto che non riuscirebbe a farsi passare per napoletano nemmeno da un turista giapponese di passaggio, e perciò la sua interpretazione non poteva che essere mediocre, ed ha travolto nella mediocrità tutto il resto del cast, un peccato perché se Adriano Pantaleo è risultato ancora acerbo per reggere un personaggio che è stato interpretato da attori di grande spessore teatrale come Luca De Filippo, Pietro De Vico e Massimiliano Gallo, la recitazione della Confalone non avrebbe fatto rimpiangere quella di Pupella Maggio se non avesse avuto come partner un attore che non sapeva e non poteva calarsi nel suo personaggio. Ciò che ci chiediamo è: per quale motivo la Rai ha scelto Castellitto e non attori come Massimiliano Gallo, Toni Servillo o, se proprio non si voleva scegliere un attore napoletano, Giancarlo Giannini, che è molto a suo agio con il dialetto partenopeo? Se invece il problema era contrattuale, bisognava per forza far lavorare Castellitto in tempi brevi, si poteva cambiare ambientazione, ispirarsi sì al testo di Eduardo ma farlo svolgere a Roma o in qualche altra città, in modo che l’attore romano, del quale non neghiamo la sua eccezionale bravura di interprete, non era costretto a recitare in un dialetto che ha fatto venire il voltastomaco a chi lo ascoltava. Quello a cui abbiamo assistito ieri sera è uno scempio, dispiace che una attrice come Marina Confalone si sia prestata a ciò, e ci auguriamo che la Rai ce ne risparmi altri per il futuro.
Raimondo E. Casaceli