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NEL PD UN ARTIFICIO PROCEDURALE CONGELA L’ETICA

Il polverone che da ieri si è alzato sulle primarie del centrosinistra a Napoli a seguito del video pubblicato da Fanpage, sembra sia destinato ad andarsene via con la prossima folata di vento. Già si parlava di caos, di brogli e annullamenti, ma col senno di poi era facile prevedere che niente sarebbe stato fatto, per coerenza verso le nostre solite abitudini di lasciare sempre tutto così com’è.

La Commissione di garanzia delle primarie di centrosinistra, presieduta da Giovanni Iacone, ha giudicato irregolare il ricorso presentato da Antonio Bassolino che sul suo profilo Facebook aveva parlato di «una sentenza preconfezionata», e ancora: «Invece di riflettere e discutere il PD chiude gli occhi. E’ un colpo di spugna che offende le primarie e la città». Il ricorso è stato infatti ritenuto irricevibile perché presentato oltre le 24 ore successive alla chiusura dei seggi. Iacone ha spiegato, inoltre, che «due minuti e mezzo di video su 13 ore di votazioni in 78 seggi della città non possono inficiare la partecipazione democratica di 31 mila persone, senza per questo sminuire comportamenti che non sono accettabili». Strano, perché proprio Iacone aveva detto che gli eventi registrati nel video sarebbero stati presi in considerazione soltanto se fosse stato presentato ricorso in merito, e adesso ci dice il ricorso è giunto oltre i limiti di tempo previsti. Come a dire che, a questo punto, era del tutto inutile presentarlo, visto che il termine era già scaduto.

Bassolino aveva richiesto l’annullamento del voto nei cinque seggi ripresi nel filmato, sottolineando la gravità dell’intervento di esponenti del Partito Democratico e della presenza camorristica del territorio di Scampia. Anche Bersani ha preso posizione in merito, affermando che è «irrituale che ci siano stati pronunciamenti di esponenti dell’esecutivo del partito prima della commissione di garanzia. A prescindere dagli esiti, non ci dovrebbero essere queste sgrammaticature e bisogna entrare nel merito perché c’è un problema politico gravissimo: il disagio dei nostri elettori».

Gianluca Daniele, consigliere regionale della Campania, ha poi dichiarato: «A questi fatti non ci possiamo rassegnare, abbiamo più volte denunciato le carenze organizzative e l’ubicazione dei seggi; abbiamo più volte chiesto con forza l’abolizione del pagamento della sottoscrizione e un elenco fisso delle sedi delle primarie; abbiamo soprattutto chiesto che le primarie non diventassero una guerra tra bande in cui l’esito diventa esiziale per il “nemico”, purtroppo abbiamo parlato invano. Adesso dobbiamo, senza incertezze, accertare i singoli episodi e prendere i dovuti provvedimenti, questo per rispetto ai nostri volontari che hanno tenuto aperti i seggi domenica, ai tanti elettori che ci sostengono e ai simpatizzanti del centrosinistra che non vogliono rassegnarsi a questa immagine stereotipata e avvilente della nostra città e del nostro partito».

Antonio Marfella ha dichiarato proprio a Fanpage che «le regole delle primarie equivalgono alle regole di una bocciofila privata, per questo non farò ricorso, so che Bassolino lo ha fatto, è come il bue che fa ricorso perché l’asino è cornuto», mentre l’altro candidato Marco Sarracino ha detto che «serve, soprattutto, un partito finalmente forte e autorevole capace di tener fuori dal Pd chi continua a insistere in pratiche ed atteggiamenti che hanno un unico effetto sicuro: quello di allontanare ancor di più i cittadini napoletani dal Pd».

Il punto è proprio questo. Non prendere posizione, e lasciare tutto nello stato attuale, non giova né alla politica, né (soprattutto) al PD, perché a rimetterci è proprio l’immagine del partito. Far piazza pulita delle mele marce avrebbe rasserenato gli elettori, e avrebbe messo il PD in condizione di proseguire al meglio la campagna elettorale. La conseguenza inevitabile, adesso, è quella di regalare a De Magistris e agli altri candidati a sindaco di Napoli la bandiera della legalità e della trasparenza, due valori che adesso il partito deve dimostrare di possedere più che mai.

Il vicesegretario del PD Lorenzo Guerini è invece dell’opinione «che occorre sanzionare in fretta i responsabili dei maneggi e lavorare con Valeria tra la gente». Al segretario regionale Tartaglione e al segretario provinciale Carpentieri  saranno fischiate le orecchie?

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