« Dico sempre che sono una cittadina e come tale porterò al parlamento di Bruxelles la voce dei cittadini, non quella dei banchieri o delle lobby». Dopo le tornate elettorali che hanno visto il movimento di Grillo crescere notevolmente negli ultimi anni, gli attivisti si apprestano a varcare la soglia del parlamento europeo per cambiare l’Europa che, come dice la stessa Ciarambino, «determina il 90% delle scelte che si fanno nel parlamento nazionale».
Mi permette una curiosità, i grandi partiti hanno un gruppo europeo di riferimenti, i 5 stelle no.
«Per adesso non aderiamo ad alcun gruppo, aspettiamo le elezioni. In Europa, probabilmente, verranno eletti molti movimenti con i quali possiamo pensare di fare gruppo insieme».
Qual è la vostra posizione circa l’Europa?
«Noi andremo a proporre un’idea di Europa che è molto più vicina agli intenti fondativi di De Gasperi e Spinelli, un’Europa dei popoli. Vogliamo un’Europa solidale che garantisca la sovranità dei singoli stati. Per questo chiederemo l’abolizione del fiscal compact, del pareggio di bilancio e del patto di stabilità, nonché l’emissione degli eurobond».
Se non dovessero accettare queste vostre proposte?
«In quel caso adotteremo il referendum consultivo sull’euro che in Italia non c’è mai stato. Un precedente c’è: risale al 1989 quando fu fatta una legge costituzionale, che prevedendo un referendum consultivo, fece scegliere se il parlamento comunitario poteva scrivere una costituzione europea».
Un Movimento del no insomma. Prima con Bersani, poi con Renzi, i parlamentari 5 stelle e lo stesso Grillo fanno del no un valore fondativo insomma.
«Questo è esattamente la fotografia opposta a quella che è la sostanza del movimento. Invito, anche chi ci legge, ad andare sul sito della Camera dei Deputati dove si potranno leggere tutte le proposte di legge e gli emendamenti presentati dai 5 stelle durante questa legislatura e notare come sono state recepite. Le proposte di legge a favore del popolo italiano perché avrebbero consentito una ripresa economica sono state bocciate. Siamo un movimento della proposta non della protesta e questo lo attesta il fatto che quando ci sono idee avanzate da altri le supportiamo».
Me ne dice qualcuna?
«C’è la mozione Giachetti che abbiamo sostenuto da soli o anche la proposta di fondi agli alluvionati sardi che tutti gli altri partiti non hanno votato. Questo capita sempre. Quando facciamo proposte valide gli altri ci dicono che “la proposta è interessante ma dato che l’avete fatta voi non possiamo votarla».
Restando tra Italia ed Europa, come pensa si debba affrontare il problema dell’immigrazione nel nostro paese?
«L’immigrazione è un tema che va visto in maniera globale. Non è sufficiente che l’Europa dia finanziamenti, comportandosi senza tener conto delle peculiarità dei singoli stati. Il problema dell’immigrazione è sociale e va affrontato in un ottica solidale. Penso che debba esserci un’alleanza per far fronte a questo problema, con flussi che andrebbero divisi sul tutto il territorio continentale. L’Italia ha dimostrato di non essere in grado di assorbire questo flusso».
In ultima analisi, arrivando al Mezzogiorno e alla Campania. Come vengono utilizzati i fondi comunitari?
«Malissimo. Non sono io a dirlo ma le statistiche. L’Italia ha una media di utilizzo dei finanziamenti europei del 49% a fronte di una media europea che va oltre il 60. La Campania ha una media di utilizzo del 33%, per cui le cifre parlano da sole. Io mi chiedo anche come vengono utilizzati. Perché rappresentano un’opportunità che di fatto ci vola sulle teste ma di fatto non ha una ricaduta reale di sviluppo per il nostro territorio. Credo che serve maggior controllo, non a posteriori».