«Io questa mano non la lascio. Dai papà, anche oggi un piccolo passo avanti». Sono le parole di Niccolò Zanardi pubblicate nella notte su Instagram. Nell’immagine c’è la sua mano che tiene quella del padre Alex ricoverato all’ospedale Le Scotte di Siena da venerdì, dopo l’incidente in cui è rimasto coinvolto con la sua handbike mentre partecipava a una staffetta benefica.
Appena ieri era stato postato dal 22enne un altro messaggio. «Forza papà, ti aspetto, torna presto». Erano quasi 5 anni che il ragazzo non condivideva nulla sulla sua pagina.
A questo messaggio ne sono seguiti decine di affetto nei commenti e di sostegno, riporta VanityFair.
Anche papa Bergoglio, attraverso le pagine della Gazzetta dello Sport, ho fatto avere il suo messaggio al campione. «Carissimo Alessandro, la sua storia è un esempio di come riuscire a ripartire dopo uno stop improvviso. Attraverso lo sport hai insegnato a vivere la vita da protagonisti, facendo della disabilità una lezione di umanità».
Questo scrive Papa Francesco. «Prego per te… Grazie per aver dato forza a chi l’aveva perduta… In questo momento tanto doloroso le sono vicino, prego per lei e per la sua famiglia. Che il Signore La benedica e la Madonna la custodisca». Il pontefice ha inviato il messaggio tramite don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova, giornalista e conduttore televisivo, che ha corso con Zanardi le maratone di New York, Venezia e Padova.
Il pilota è ancora in coma farmacologico, i medici non pensano di risvegliarlo prima della prossima settimana. Secondo il primo soccorritore, intervistato dal Corriere della Sera, i tempi rapidi dell’intervento sulla strada sono stati fondamentali per salvare Zanardi. «Me lo sono trovato davanti in quelle condizioni ed è stato duro mantenere calma e distacco indispensabili perché un medico riesca ad agire nel modo migliore. Poi, quando finalmente lo abbiamo stabilizzato e trasportato al Policlinico Le Scotte, mi sono emozionato. Ero emotivamente provato» ha raccontato il dottor Robusto Biagioni.
«In quelle condizioni poteva resistere pochi minuti soltanto. La mia collega lo aveva trovato in uno stato comatoso, con momenti di agitazione. Muoveva le braccia in modo sconnesso, urlava. Il volto era devastato dalle tante fratture. Ma quello che ci preoccupava di più in quel momento era la lesione, molto grave, che dall’occhio destro si allungava su tutta la faccia. Poi aveva altre lesioni alla testa».
Il medico è però ottimista. «Sono intervenuto su casi persino peggiori e a volte si sono risolti positivamente anche contro le nostre previsioni. Ecco perché sono convinto che ci siano buone speranze che Alex ce la possa fare, considerato anche che è un atleta e ha una voglia di vivere e una grinta incredibili».