A poco più di dieci giorni dal possibile svolgimento delle Primarie in Campania, previste il 22 febbraio salvo ulteriori rinvii, nel Partito Democratico continua a regnare l’incertezza. Una vicenda fin qui gestita in modo discutibile a Napoli come a Roma e che trova speranze di conclusione positiva per i democratici solo nella debolezza degli avversari, a quanto pare più divisi di quanto si pensasse solo alcuni mesi fa.
Il nome di Luigi Nicolais, che lunedì si era detto «contento di fare il presidente del Cnr», ma disposto a «dare una mano a questa Regione», salvo poi precisare di non aver «ancora avuto alcun contatto con i vertici nazionali del PD», potrebbe comunque non riuscire a raggiungere quel fatidico 60% dell’assemblea regionale che lo farebbe diventare il candidato unitario dei democratici, bypassando le Primarie. Senza dimenticare che una candidatura del professore libererebbe la casella del Cnr portandosi dietro un giro di poltrone che vedrebbe coinvolte anche il ministro Stefania Giannini e la senatrice Anna Finocchiaro. Nicolais però desta qualche perplessità a Roma sia per il passato politico che per l’età anagrafica: non essendo un novellino, il presidente del Cnr difficilmente potrebbe rappresentare il rinnovamento predicato da Renzi e i suoi. Così resta in pista anche l’ipotesi Andrea Orlando, sebbene il ministro ligure abbia finora preferito tenersi defilato, così come continua a circolare il nome del dirigente del Mef Fabrizio Barca, un altro possibile candidato unitario che però sembra essere intenzionato a continuare il suo lavoro tra Roma e i territori.
Mentre il toto nomi impazza senza soluzione di continuità, i cinque candidati già in campo (tre del Partito Democratico, uno Psi e uno Idv) tengono alta l’attenzione e alzano le barricate. Se Gennaro Migliore sostenuto dai renziani continua a sperare in un’investitura unitaria che ricada sul suo nome, sono Andrea Cozzolino e Vincenzo De Luca i più determinati a non voler mollare la presa.
Ieri sera il sindaco di Salerno ha incontrato in un noto ristorante del centro cittadino i suoi fedelissimi per valutare le contromosse. E intanto dichiara: «La vicenda nella quale siamo impegnati in queste settimane riguarda l’elezione del Presidente della Giunta regionale. Spesso nelle battaglie elettorali, nella vita politica, prevalgono gli elementi negativi – attacca De Luca – questo allontana la gente semplice dalla politica. Nove volte su dieci si propongono nelle istituzioni non quelli che hanno un’idea o un progetto di trasformazione della realtà, non quelli che hanno obiettivi di sostegno al lavoro e a quelli che investono, ma hanno come obiettivo quello di conquistare una posizione di potere e farla durare più a lungo possibile. Continua ad essere pratica diffusa quella che io definisco strategia della confusione. Ad essere “inopportuna” non è la mia candidatura ma questo modo di agire, che dimostra l’evidente difficoltà nel mantenere un comportamento corretto».
«Rispetto all’eventuale candidato unitario del PD, ritengo che il solo candidato unitario sarà colui che vincerà le Primarie. Credo – continua l’ex viceministro – che la situazione sia molto chiara, hanno paura che io arrivi a Napoli, tutto il resto sono chiacchiere. Hanno una paura terribile che possa arrivare qualcuno che non ha padroni, non ha padrini, non deve rispondere a correnti di partito e delinquenti e che in più porta un’esperienza di governo straordinaria nella sua città che è unica in Italia, perché sono l’unico che si presenta sulla base di quello che ha fatto e non di quello che ha detto. Hanno paura che si volti davvero pagina a Napoli. Mi riferisco agli avversari e anche a qualche settore interno al PD che preferirebbe la linea dell’insaponamento».
Andrea Cozzolino, dal canto suo, è altrettanto diretto: «La girandola di nomi sul candidato presidente che da mesi imperversa sui media nel nome presunto dell’unità, o di altrettanto presunte volontà romane, non fa bene al PD. L’abbiamo detto più e più volte – sottolinea l’europarlamentare – le primarie sono l’unico terreno nel quale verificare la reale unità e non quella di facciata. Continua a circolare un’ipotesi politicamente e statutariamente distruttiva per il PD: quella d’impedire le Primarie attraverso la convocazione dell’assemblea regionale che dovrebbe annullarle. Vorrei ricordare a tutti che l’assemblea ha già deliberato e scelto nel mese di Giugno 2014 che lo strumento per scegliere il candidato presidente fossero le Primarie. Non vi è alcun precedente nella storia del PD di riconvocazione dell’assemblea a percorso largamente avviato! Il danno politico e d’immagine per il PD e per chi ci ha messo la faccia sarebbe enorme. Altra cosa è se giungesse la richiesta da parte di chi ha formalizzato solo sabato la sua candidatura di un brevissimo ulteriore rinvio. Su questo si può ragionare. Il PD trovi finalmente la forza di difendere se stesso da queste spinte auto distruttive e se vi fossero personalità ulteriori sulle quali vorrebbero convergere la gran parte dei dirigenti di partito si propongano nelle primarie, ognuno farà poi le proprie scelte».
E anche Marco di Lello fa sentire la sua voce: «Le primarie non sono un fatto solo del PD. I soliti capibastone terrorizzati dalle Primarie provano a smontarle candidando Nicolais. Ignorano che non sono più un affare interno al PD, ma coinvolgono l’intero centrosinistra. Se Nicolais compatta il PD, ben venga, rappresenta un ottimo nome. Eliminino i candidati attualmente in campo e con Nicolais ci misureremo alle Primarie. Io sono pronto a sfidarlo».