Si ripetono le azioni in stile di guerriglia iniziate martedi scorso nel villaggio di Mbalom, dove, ad essere presa di mira è stata una la piccola chiesa frequentata da cattolici del villaggio. L’attacco di martedì u.s. portato a termine, ha lasciato sul terreno un numero elevate di vittime, basti pensare che il cruento gesto ha ucciso due sacerdoti e 17 persone, che avevano come colpa in quel momento quello di essere cattolici e di ritrovarsi come piccola comunità in una chiesa nello nello stato di Benue in Nigeria.
Secondo quanto riportato dai media locali ed alcune agenzie, questo vile attacco riaccenderebbe la miccia ad una situazione socio-politica di per se molto precaria, l’attentato è stato condotto da un commando di uomini armati che inspiegabilmente ha aperto il fuoco nella piccola chiesetta. Stando alle notizie giunte dai madia, i responsabili dell’attacco sarebbero ancora una volta i pastori nomadi di etnia fulani. Nella zona infatti si succedono da molto tempo violenze e scontri, la causa sembrerebbe il controllo di acqua e terre agricole: bande di pastori fulani, che spesso senza alcuna remora, prendono di mira persone e proprietà, scontrandosi con gruppi di agricoltori locali. I fulani, di religione musulmana, questi pastori che in prevalenza provengono dal nord attraversando, la regione del sud della Nigeria per pascolare le loro mandrie. Tutto questo nasce dal fatto gli agricoltori autoctoni, principalmente cristiani, i bachama, non vogliono farsi invadere le terre dalle mandrie altrui, pertanto alla presenza dei fulani gli scontri diventano inevitabili. I fulani, nella loro natura sono nomadi, pertanto non hanno un vero è proprio riferimento geografico, pertanto affermano di non avere indicazione dal governo dove condurre i propri pascoli, lamentando, con le autorità locali, che il loro comportamento sarebbe da giustificare perché altrimenti non saprebbero dove andare. I bachama (cattolici), dal canto loro, accusano il governo di non essere difesi in modo appropriati durante i raid dei fulani; anzi, spesso affermano che l’esercito, non solo non tenta di fermare l’offensiva ma addirittura appoggia e attacca insieme ai fulani i malcapitati. Gli osservatori, temono, che queste bande sono spinte dalla fame e da una vita di stenti, i pastori astori fulani possano presto trasformarsi in gruppi terroristici autonomi altrettanto pericolosi di quelli già attivi in diversi stati nigeriani. Un altro timore è che i fulani possano essere strumentalizzati dai gruppi jihadisti, quindi usati indirettamente per attaccare civili inermi e spargere terrore. «Negli ultimi due, tre anni la zona di Benue, dove i cristiani sono il 95 per cento della popolazione, è stata attaccata da un gruppo di terroristi del nord, musulmani. L’idea, il sistema, il metodo sono gli stessi di Boko Haram» ha spiegato una fonte locale, citata dai media, riferendosi al gruppo estremista che dal 2009 ha già provocato almeno ventimila morti. «Si tratta di pastori che vengono a occupare la zona perché è molto fertile. Stanno attaccando villaggio dopo villaggio, stanno uccidendo le persone. Questo — ha aggiunto la fonte — è un massacro di cui a livello internazionale nessuno parla».
Raffaele Fattopace