Leggo di Maradona, il caro, l’immenso Diego, che e’ tornato in Argentina ad allenare il Gimnasia, una squadra di ultima fila che si deve salvare dalla retrocessione
Il suo Paese, come altre volte negli anni, non vive un momento facile e lui ne e’ amareggiato, lo sente intristito e fa paralleli con quando partì da lì ancora quasi bambino.
E’ come se ci fosse nell’aria un sapore di declino, dell’Argentina ? Del suo?
Le foto che corredano le notizie sono impietose. Diego ha di nuovo preso peso, un filo di barba grigia sul volto paffuto, il cappellino chiaro e lo sguardo smarrito.
Ho scritto altre volte che se sei stato Maradona – cioe’ praticamente Dio – non puoi accettare piu’ niente altro dalla vita.
Eppure lui ci prova. In questo ancora sorprende . Da sempre tenta, il dribbling iimpossibile, di far convivere l’uomo col mito.
Altri, meno molto meno grandi di lui, dal proprio mito sono rimasti schiacciati. Garrincha, Monzon, Socrates, lo stesso George Best.
Diego un po’ forse si ispira ad Alì, il grande Mauhammad, il solo che puo’ stargli quasi alla pari.
Alì portò il parkinson e il declino con compostezza ma Alì pur tormentato era meno guerrigliero di Diego.
Maradona e’ l’esito di un’onda che negli anni ha sovvertito del calcio ogni regola e delle sue contraddizioni ne ha fatto un punto di attacco.
E quasi sempre i suoi obiettivi polemici si sono poi davvero rivelati in qualche modo colpevoli di intrighi.
Per un po’ ha creduto di potersi caricare sulle spalle un intero continente, e nell’amore dei popoli lo ha fatto davvero.
Non solo il suo Paese, tutta l’America Latina, quell’universo di asimmetrie malinconiche che Eduardo Galeano ( che di Diego fu ammiratore ) magistralmente descrisse.
Da Castro a Chavez, e anche Napoli per lui era parte di questo enclave.
Oggi Diego appare un uomo solo, affetti pochi, sparita dal bel volto indio quella indisponenza generosa, mai arrogante, che ce lo ha fatto amare.
Fu un poeta senza versi, una infinita e abbagliante magia, un’anima ispirata.
Rubava il tempo, Diego, lo rubava agli avversari e ai portieri.
E un po’ lo rubava anche a se stesso.
Dante scrisse la sua Comedia ( questo il titolo autentico di Dante ) Diego con egual genio ha scritto la propria.
Anche lo smarrimento spirituale dei due si somiglia.
Come Dante Diego piu’ volte smarrisce “la dritta via” e si ritrova “in una selva oscura”.
Come il sommo Poeta conosce l’Inferno, vaga in Purgatorio.
E ancora ricerca testardo il suo Paradiso.