Si dovra’ necessariamente tornare su questo voto amministrativo dopo aver letto con attenzione l’analisi dei flussi. Intanto alcune cose sembrano chiare. Il Paese resta smarrito, quasi dieci anni di crisi dura nell’economia ne hanno fiaccato lucidita’ e speranze. Se a questo aggiungiamo lo spaesamento civile e perfino emotivo che i grandi passaggi d’epoca determinano nelle persone ( e il globo e’ oggi a un passaggio d’epoca di proporzioni e intensita’ gigantesche ) possiamo spiegarci tanto di un risultato in apparenza un po’ disordinato e a tratti sorprendente. La prima sorpresa era gia’ arrivata con la battuta di arresto del gruppo di Grillo, tagliato fuori dalla gara gia’ nel primo turno. Poi la resurrezione del centro destra, ora completata con i tanti sindaci eletti, a partire dalle citta’ principali che sono andate al voto. Meno sorprendente in verita’ appare il risultato di Pd e centro sinistra. Il ciclo storico in cui siamo sembra di difficile declinazione a sinistra e poi a questo nodo profondo si è ‘ sovrapposto l’equivoco del tentativo di Renzi che, muovendo da quella consapevolezza, ha pero’ dato risposte che hanno aggravato il male. Si tratta, per tutti, e’ ovvio di un voto locale ma c’e’ dentro un sentimento che attraversa il Paese. E le elezioni comunque prossime per fare un governo all’Italia potrebbero essere influenzate da questo risultato. Il centro destra e Berlusconi, che sembravano del tutto smembrati appena pochi mesi fa, tornano competitivi. Ritrovano una parte di elettorato, interessi, aspirazioni, che si nutrono da sempre di un riflesso di destra. Dal punto di vista dell’equilibrio del sistema non e’ necessariamente un fatto negativo. Quelle istanze in Italia ci sono, e che abbiano rappresentanza e’ legittimo e perfino utile. Non e’ un caso che la dispersione di un serio centro destra aveva favorito l’ingrossarsi abnorme di un’area spuria, priva di posizioni definite, come quella di Grillo e perfino punte di estremismo insidiose come Forconi vari e cose di questo tipo. Lo stesso vale per Grillo. Che il suo Movimento esista e’ legittimo ed e’ utile a rappresentare una quota di quei cittadini che si chiamano fuori dal gioco democratico piu’ classico e ordinario. Altro discorso e’ governare , esecizio per il quale credo sia richiesto qualche merito in piu’ che fare da ” assorbente ” per certe spinte di opinione, spesso tra loro piuttosto contraddittorie. Quanto alla sinistra il voto dice che sarebbe un errore limitarsi a discettare se serve un centro sinistra largo o solo il rilancio del Pd autosufficiente. Che vi sia bisogno di respiro e alleanze larghe mi sembra del tutto ovvio ( e in questo senso il tentativo di Renzi di questi anni mi sembra irrimediabilmente sconfitto ). Tuttavia e’ questa una condizione necessaria ma non sufficiente. Senza provare a riesplorare la societa’ e le sue fratture in quello che definivo ” passaggio d’epoca” non sono prevedibili troppi passi avanti. Le nuove forme del lavoro, le grandi periferie deindustrializzate, la scomparsa dei ceti sociali intermedi, le nuove tecnologie, il loro rapporto con le giovani generazioni e con la democrazia. Renzi ha fallito, ma anche a chi come tanti di noi ha la speranza e l’ambizione di costruire un’alternativa a quel tentativo, oltre che alle destre e al residuo grillismo, serve un respiro grande per interpretare sentimenti e mutamenti profondi.