La Francia oggi ci interpella direttamente. Fatte salve le ovvie differenze, la situazione politica italiana ha con quella francese molte cose in comune. La politica ha le sue legge e sotto l’apparente casualità, essa procede con rigore geometrico. Un vecchio adagio recita: “Natura abhorret vacuum” (“La natura aborrisce il vuoto”) e perciò, in politica come in fisica, ogni volta che si determina un vuoto esso viene riempito da elementi diversi da quelli che l’hanno determinato.
Il vuoto nel nostro caso è l’abbandono delle masse popolari in difficoltà per inseguire una teoria neoliberista che accentua la disparità nella distribuzione del reddito ed esalta le disuguaglianze sociali. La mobilità sociale è bloccata ed i ceti disagiati restano chiusi nel ghetto della loro disperazione. I risultati eclatanti nel NordPas de Calais, già zona a forte presenza operaia e di sinistra la dicono lunga. L’appello alla ragione, contro le inefficienze della formule delle destre neo-populiste non fanno breccia nel sentire di chi si sente escluso e vuole uscire dalla sua situazione. In Italia stiamo commettendo gli stessi errori. Lo sappiamo e non rimediamo persi dietro la versione “smart” e al neon della politica in cui i ceti popolari sono spariti dal dibattito. Non la risolviamo con le Leopolde dove un ceto arrembante va a fare bella mostra di sé queste situazioni. La politica è altrove ed il PD deve essere veramente al centro di essa. Domandatevi perché nelle fabbriche, sui luoghi di lavoro in cui tradizionalmente la sinistra aveva la sua base, il suo zoccolo duro, l’appello di Lega e grillini trova tanto ascolto. Propongono soluzioni ingannevolmente semplici che, realizzate, porterebbero il Paese alla rovina e noi o siamo assenti o non riusciamo a farci ascoltare. Non basta dire le cose giuste per avere ragione. Per fare un esempio: questo è il Paese in cui le destre imposero la sperimentazione a spese del Servizio sanitaria, del metodo di Bella, palesemente una bufala. Fior di scienziati lo dissero ma la gente andava dietro a un ciarlatano che pretendeva di risolvere problemi complessi con soluzioni semplici. Non basta un atto di volontarismo: occorre un cambio di strategia. Inutile bearsi dei successi nella comunicazione che coinvolgono sempre gli stessi ceti medio alti. Ricordatevi che anche chi vive nei bassi vota, che il disoccupato incazzato vota, che il giovane deluso vota. Noi dobbiamo affrontare nel concrete i loro problemi non tanto per questioni elettorali ma per ragioni profondamente politiche: dal successo di politiche moderne di sinistra dipende l’avvenire democratico del Paese ed in questo senso la funzione dei corpi intermedi: partiti e sindacati è di estrema importanza.