Quando le istituzioni, locali e nazionali, per troppo tempo restano immobili dinanzi ai problemi di una città, in questo caso Napoli, gruppi di persone decidono di associarsi per ottenere quel cambiamento, da troppo tempo atteso. E’questo il caso di “Noi per Napoli”, un’associazione nata un anno fa, dalla collaborazione di cittadini, intellettuali e forze economiche, con la volontà di studiare soluzioni ai problemi, che da sempre attanagliano il territorio partenopeo. Per questo motivo la questione Bagnoli è stato il primo obiettivo che si è posto l’Associazione. “Noi per Napoli”, infatti, si è fatta promotrice di un documento rivolto al premier Matteo Renzi, dal titolo “Affinchè Napoli possa riprendere la via dello sviluppo”. Raccogliendo molte firme di cittadini, enti e associazioni, si è redatta una lista di soluzioni reali per la riqualificazione di Bagnoli. Il lavoro dell’Associazione non si limiterà a Bagnoli, ma continuerà per tutte le aree della città in dissesto. I promotori di “Noi per Napoli” sono: Pasquale Belfiore, Luigi Bianco, Gennaro Biondi, Lilli De Felice, Bruno Discepolo, Paolo Frascani, Mariano Giustino, Gaetano La Nave, Amedeo Lepore, Marcello Martinez, Gianni Pinto, Umberto Ranieri, Nicola Tremante.
L’intervista ad Amedeo Lepore, professore di Storia economica.
Come e perché nasce l’Associazione Noi per Napoli?
«L’associazione è nata con l’esigenza di occuparsi, con uno spirito civico, di Napoli e dei suoi problemi, affrontandoli con attenzione ai contenuti e alle progettazioni possibili. C’è stata una grande partecipazione degli intellettuali, delle forze economiche, dei cittadini, dei giovani napoletani, che hanno sostenuto quest’iniziativa e costruito momenti di confronto, che hanno riguardato il Mezzogiorno, con la presenza del Ministro Trigilia. Al centro dei dibattiti ci sono state le questioni di Napoli e della sua area metropolitana, i problemi urbanistici, a cominciare dalla sua capacità di riqualificazione e sviluppo. Adesso l’Associazione sta affrontando la questione Bagnoli, ha scritto un documento di carattere generale, che ha consegnato al Presidente del Consiglio ad Agosto, chiedendo un impegno preciso a contribuire e aiutare a risolvere questi problemi. Abbiamo esposto concreti punti di programma per risolvere le problematiche, presentando una proposta e non di una rivendicazione. La discussione ha trovato udienza con un incontro avuto con il Sottosegretario Delrio».
De Magistris accusa Renzi di avergli levato qualsiasi potere, con il decreto per Bagnoli, è d’accordo?
«Il Governo ha fatto bene a intervenire e a esercitare la sussidiarietà verticale, cioè laddove un organo dello Stato, in questo caso le istituzioni locali, non è in grado, di risolvere problemi di così grande portata, è necessario che ci sia qualcuno che si assumi le responsabilità. Io spero che De Magistris non scelga la strada di una contrapposizione, che genererebbe altri ritardi. Siamo di fronte a una situazione complessa, alla quale il Comune ha contribuito, con il fallimento di Bagnoli Futura e, con l’ordinanza fatta su Fintecna, che per me, è stata tecnicamente sbagliata. Credo che ci siano le condizioni, perché il Comune e le istituzioni locali, possano partecipare alla fase di elaborazione della strategia per quest’area, dichiarata area strategica d’interesse nazionale».
Bagnoli diventerà il polo della futura città metropolitana?
«Non è semplice, perché bisogna risolvere problemi che si sono accumulati in questi anni, scegliendo un commissario e un soggetto attuatore, si può riqualificare questo territorio e cercare di attuare soluzioni in tempi brevi. Soluzioni che coinvolgano soggetti presenti sul territorio e le risorse finanziare che sono necessarie per un progetto così ambizioso. Non basteranno quelle pubbliche, che serviranno per la bonifica, bisogna attrarre anche investimenti privati, che consentano in modo corretto, di rigenerare Bagnoli».
Come vede l’alleanza di De Magistris con il PD, per la costruzione della città metropolitana?
«Io penso che la città metropolitana nasca timidamente, sarebbe stato preferibile che nascesse da un consenso dei cittadini, questo si può realizzare, perché se questa fase costituente è dedicata ai contenuti e allo statuto della città metropolitana, potrà avvenire che alla scadenza del mandato del comune di Napoli, si possa avere l’elezione diretta del sindaco metropolitano».
Cosa aspettarsi, invece, dalle prossime primarie del PD per le regionali?
«Io mi auguro che si discuta di contenuti e programmi e che, si faccia un discorso democratico e non fittizio. Non mi pare che questo strumento sia stato utilizzato nel modo più giusto, bisogna far vivere la democrazia e far scegliere i cittadini e non gli apparati dei partiti».