Non fa bene al cervello essere continuamente bombardato da messaggi, come quelli che arrivano senza sosta dai social media, come ha detto uno dei massimi esperti di Neuroscienze a livello internazionale, Lamberto Maffei, della Scuola Normale di Pisa, che oggi è intervenuto nell’Adunanza generale solenne dell’Accademia dei Lincei.
“Non si può sottovalutare il rischio che lo sviluppo dei social media moderni, quali Facebook, Twitter e la televisione, diffondendo messaggi uguali a grandi moltitudini di persone, tenda a fare aumentare il cervello collettivo, oltre il grado richiesto per la socialità all’interno della specie”.
In questo modo, ha detto Maffei “il cervello è letteralmente invaso da un’enorme quantità di messaggi, fino a trovarsi in una situazione di disagio” e finché gli stessi messaggi, ripetuti continuamente, diventano “protesi del pensiero”.