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Notte Europea dei Ricercatori nel Carcere di Secondigliano: il ruolo fondamentale dell’istruzione per i detenuti

“Il diritto allo studio rappresenta un ponte per costruire il futuro da dentro per il fuori, che si coniuga con il diritto a ricominciare, ricostruire, e ricollegarsi”: questo quanto dichiarato dal Garante campano delle persone private della libertà personale Samuele Ciambriello, durante un incontro in streaming, promosso dall’Università Federico II di Napoli e dal Polo Universitario Penitenziario (P.U.P), presente nel carcere di Secondigliano, in occasione della Notte Europea dei ricercatori, fissata per il prossimo 27 novembre 2020. Un incontro in cui è stato sottolineato il ruolo fondamentale dell’istruzione e dello studio universitario in particolare, ad oggi garantito in soli 75 istituti di pena su un totale di 190 in tutta Italia.

Hanno preso parte al collegamento il Rettore Matteo Lorito, la responsabile del PUP per l’Ateneo federiciano Marella Santangelo; il Professor Giacomo Di Gennaro, la Direttrice dell’Istituto, Giulia Russo; la presidentessa del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, Adriana Pangia, e diversi docenti e tutor impegnati nell’esperienza, oltre a una rappresentanza di studenti universitari del reparto Mediterraneo di Secondigliano.

“Intendo con la mia partecipazione rinnovare l’impegno nei percorsi di studio rivolti ai detenuti. In accordo con il Ministro Manfredi, sono disponibili le risorse materiali e strumentali per perseguire la promozione del cambiamento sociale, attraverso lo studio. Rilancio con la proposta di attuazione di percorsi universitari rivolti alle detenute e ai giovani adulti presenti negli istituti penitenziari minorili di Nisida e Airola”: questo quanto affermato nel suo intervento dal rettore Matteo Lorito, che si è quindi assunto l’impegno affinchè il solco già tracciato per il carcere di Secondigliano, possa essere intrapreso anche per gli altri penitenziari del territorio.

L’istruzione e la formazione rimangono infatti due pilastri fondamentali del percorso rieducativo e di risocializzazione per il detenuto, che l’istituzione carceraria deve dotare di tutti gli strumenti necessari perché esso sia compiuto. Rimane chiaramente fondamentale un’attenzione maggiore da parte delle forze politiche, che continuano troppo spesso a portare avanti un’idea di pena che non è quella sancita dalla nostra Costituzione, bensì una punizione e un’afflizione che il nostro ordinamento avrebbe dovuto superare da molto tempo ormai. Lo stesso professore Ciambriello ha colto l’occasione per ricordarlo in conclusione del suo intervento: “Purtroppo, anche su questo tema la politica cavalca l’opinione pubblica, pensando più alle prossime elezioni che alle prossime generazioni”.

 

A cura di Giusy Santella

 

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