Alzi la mano chi avrebbe scommesso un euro lo scorso agosto sulla promozione del Benevento in serie A.
Alzi la mano chi avrebbe solo pronosticato un finale di campionato di questo genere.
Il Benevento è in Paradiso, la Strega annichilisce il Carpi, vola nella massima serie del campionato italiano e si regala la seconda promozione consecutiva dopo quella ottenuta lo scorso anno.
Una favola straordinaria quella di Lucioni e compagni, capaci di riprendersi con gli interessi tutto ciò che il fato crudele gli aveva tolto negli anni addietro (vedi Gallipoli, Potenza, Crotone, e chi ne ha più ne metta).
Benevento si tinge di giallorosso ed in città può esplodere la festa.
Per una notte, tutto è lecito.
È lecito piangere di gioia, immaginarsi all’Olimpico o al Meazza, passando per il San Paolo e lo Juventus Stadium, con una capatina al Franchi e al Dall’Ara.
Il gol di George Puscas contro il Carpi (il quinto gol messo a segno dal rumeno nelle ultime sette partite tra campionato e play off), consente alla formazione sannita di approdare per la prima volta nella sua storia, nell’Olimpo del calcio, nel teatro dei campioni.
Una promozione voluta a tutti i costi dai ragazzi di Baroni, quinti al termine della stagione regolare e vittoriosi nei play off dopo cinque estenuanti battaglie.
“Non c’è più spazio per i rimpianti, le amarezze, le sconfitte“, così recitavo al termine della partita del 30 aprile 2016 contro il Lecce, in postazione commento.
Una partita che regalò ai giallorossi la prima storica promozione in serie B dopo 87 anni dalla nascita della società Benevento Calcio.
Mi si consenta di dirlo, per una volta: mai pensiero fu più attuale.
Una promozione, questa in serie A, nient’altro che il prosieguo del solco tracciato lo scorso anno.
È la vittoria di una città intera, di una tifoseria che ha ormai raggiunto l’apice della propria maturazione, del presidente Vigorito che lo scorso anno ha fatto un passo di lato, per poi rientrare dalla porta principale e prendersi un meritato trionfo.
Quella sua corsa sul manto erboso del Ciro Vigorito, al termine della partita di giovedì sera contro il Carpi, è l’emblema dello spirito gladiatorio sannita, anche se lui sannita lo è solo di adozione.
È la vittoria di Marco Baroni, capace di infondere lo spirito giusto ai propri ragazzi, di predicare calma, di plasmare un gruppo a sua immagine e somiglianza e di condurli al meritato trionfo.
È la vittoria del capitano Lucioni, autentico baluardo difensivo e strenue difensore delle “beneventanità“.
È la vittoria di ogni singolo componente della rosa, dello staff tecnico e sanitario, di tutti coloro che hanno contribuito a questa magica cavalcata.
E se è vero come è vero, che il meglio deve ancora venire, allora mettetevi comodi e godetevi lo spettacolo: BENVENUTA SERIE A!