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Nuove indicazioni per il vaccino Astrazeneca: vietata la somministrazione agli under 60

Molte le polemiche che hanno caratterizzato il caso del vaccino Astrazeneca dovute ad un probabile nesso tra la somministrazione del vaccino e alcuni casi molto rari di complicanze trombotiche.

Proprio per questa ragione l’EMA, Agenzia europea per i medicinali, ha raccomandano a chiunque si sottoponesse a tale vaccinazione, di consultare un medico in caso di «sintomi di coaguli di sangue come mancanza di respiro, dolore toracico, gonfiore delle gambe, dolore addominale persistente, sintomi neurologici come mal di testa grave e persistente e visione offuscata» dopo pochi giorni dalla somministrazione.

Come tutti i medicinali, questo vaccino può causare effetti indesiderati sebbene non tutte le persone li manifestino.

Ad oggi, i dati più aggiornati specificano che ci sono stati circa 6-5 casi di trombosi per milione di persone vaccinate.

Questi hanno naturalmente messo in moto la macchina della farmacovigilanza e sono stati il motivo di sospensioni o limitazioni delle vaccinazioni in alcuni Paesi.

In particolare in Europa ieri è stata firmata la circolare del ministero della Salute, dal direttore generale Gianni Rezza e da tutti gli organi competenti, che dispone il vaccino anti Covid-19 di AstraZeneca agli over 60.

Questo pare essere un cambiamento davvero drastico, dal momento in cui il siero fino ad oggi era stato somministrato anche alla popolazione più giovane, e ad alcune categorie in particolare, come insegnati e militari.

D’altra parte l’Ema ci tiene a rassicurare la popolazione, specificando che i benefici superano i rischi, e dunque non ci sarà nessun divieto totale alla somministrazione di Astrazeneca.

Per quanto riguarda gli altri paesi dell’Ue, questi si stanno muovendo in ordine sparso. La Gran Bretagna, ad esempio, ha sconsigliato l’utilizzo del vaccino su persone sotto i trent’anni. Il governo ha deciso comunque di seguire la strada intrapresa da Madrid, Parigi e Berlino, bloccando l’utilizzo di AstraZeneca per la popolazione più giovane (l’effetto collaterale si è manifestato quasi esclusivamente nelle persone sotto i 60 anni).

Ma una decisione di questo tipo rischia comunque di generare nuovi ritardi nella campagna di immunizzazione, sia perché adesso bisogna correggere in corsa il piano, sia perché raccomandare “l’uso preferenziale di Astrazeneca nei soggetti oltre i 60 anni di età”, come ha specificato Locatelli, potrebbe far crescere la diffidenza dei cittadini nei confronti del siero della azienda anglosvedese.

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