“Nasce finalmente una democrazia di donne e di uomini”: così, nel 1947 Teresa Mattei, la più giovane costituente italiana, eroina della Resistenza (venne arrestata e torturata dai nazisti) celebrava l’approvazione del principio di eguaglianza nella Costituzione (art. 3). Ma oggi è davvero così?
Se ne è discusso nell’ambito di Book City alla Statale di Milano partendo dal libro di Marilisa D’Amico “Una parità ambigua. Costituzione e diritti delle donne”, Raffaello Cortina Editore. L’evento ha voluto rappresentare un’occasione per riflettere sul ruolo dei talenti delle donne nel lungo cammino verso la parità di genere, oggi non ancora pienamente compiuto. Ospite il presidente di Assoedilizia e di Europasia Avv. Achille Colombo Clerici.
L’autrice ne ha discusso con Yasmin Ergas esperta in diritti umani delle donne e Direttrice di “Gender and Public Policy Specialization” della Columbia University di New York (in collegamento dalla metropoli Usa) e Fabio Roia, magistrato e Presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano, impegnato nel contrasto alla violenza di genere. Coordinatrice dei lavori Stefania Leone, professore associato di Diritto costituzionale e scrittrice.
Marilisa D’Amico, con il libro ripercorre le tappe del cammino per raggiungere la parità nel nostro Stato costituzionale, muovendo dalle origini antichissime degli stereotipi di genere che ancora ostacolano l’eguaglianza e danno vita a una “parità ambigua”.
Questa ambiguità si riflette nei molti temi affrontati dall’autrice: i diritti riproduttivi, lo squilibrio di genere ai vertici delle istituzioni, la difficoltà di conciliare il tempo dedicato alla famiglia e al lavoro, l’odio sessista, il dramma della violenza di genere. L’attenzione si sposta infine sull’emergenza sanitaria attuale, che moltiplica le fragilità e amplifica le discriminazioni.
Il libro si rivolge a tutti i lettori, nella convinzione che la “democrazia paritaria” sia una conquista non solo per le donne ma per la società intera e nella consapevolezza che il cambiamento debba essere soprattutto culturale e che il diritto possa solo introdurre strumenti che lo facilitino.
Nel dibattito Ergas si è soffermata in particolare sulle ambiguità che ancor permangono nella traduzione nella realtà del concetto teorico di uguaglianza uomo-donna, che sono entrambi lavoratori; ma che vede la donna subire le conseguenze di una disuguaglianza di fatto, il ‘caso italiano’ – quante donne sono costrette a lasciare il lavoro quando hanno dei figli oppure a rinunciare ad avere figli per continuare a lavorare? – che la pandemia ha reso ancora più evidente.
Roia ritiene necessario sensibilizzare la società sul tema della violenza sulle donne prima ancora che il fenomeno arrivi nelle caserme delle forze dell’ordine e sul tavolo dei magistrati. Nel periodo del lockdown le denunce sono diminuite del 50% (per impossibilità o paura) ma sono aumentate del 60% le segnalazioni ai centri di tutela. Se nei decenni, con fatica, si sono fatti passi avanti (il ‘delitto d’onore’ è stato abolito solo nel 1981 ma ancora fino a 2 anni l’omicidio della moglie e della convivente era punito in maniera diversa), si registrano preoccupanti passi indietro: ma soprattutto si nota, nella magistratura, un venir meno della passione civile.
Il libro di D’amico coniuga il rigore scientifico con uno stile comunicativo semplice tale da renderlo accessibile al grande pubblico e soprattutto agli studenti universitari.