Il Pd e la Valente hanno subito una indiscutibile mazzata elettorale. Punto e basta.
Non cerchiamo alibi o analisi sociologiche. Lo dico a noi del Pd.
E’ vero che va dato atto e merito ai vincitori, ma sono stati commessi troppi errori, per cui è inutile sottolinearli.
Abbiamo sbagliato dappertutto e siamo tutti responsabili. Questo Pd è in grado di fare un esame di coscienza?
Il più grosso errore è stato quello di non aver voluto guardare in faccia la realtà e fatto alleanze come se si andasse ad una cerimonia matrimoniale.
Incapaci come siamo, non siamo riusciti a coniugare la politica con gli interessi della gente e della città.
Ci siamo illusi che la presenza di Renzi e dei suoi ministri a Napoli avrebbero ribaltato i sondaggi sfavorevoli alla Valente e posto riparo ai limiti politici, culturali e organizzativi del Pd napoletano. Non siamo riusciti ad abbandonare vecchi vizi ed attrarre simpatia. E adesso buonanotte ai sognatori e ai suonatori, facciamoci tutti un bell’esame di coscienza e chi ha sbagliato di più annunciasse da subito un passo all’indietro.
Che nessuno pensi dopo che il palazzo ci è crollato addosso che basta togliersi la polvere dal vestito e riprendere ad andare avanti come se niente fosse accaduto. E nessun’altro venga a dire, io lo avevo detto che sarebbe finita così per cui non c’entro per niente. Lo dico con affetto e rispetto, occorre da subito ripartire dalle macerie lasciate sul campo, e sposare un’ idea, un progetto sull’identità e sul radicamento del Pd nell’area metropolitana.
Ancor prima c’è bisogno come il pane di nuovi gruppi dirigenti a Napoli e nella regione che non siano espressione dei signori delle tessere, bensì espressione del rinnovamento, quello vero.