Chi coltiva le piccole ambizioni è pericoloso per sé e per gli altri. Credo che le compagne e i compagni che parteciperanno all’iniziativa SIapre domenica 12 febbraio all’Ambra Jovinelli, lo faranno con questo spirito, provando a coltivare le grandi ambizioni. Grandi ambizioni, in un mondo che sembra scivolare inesorabilmente verso un nuovo protezionismo che innalza i muri e abbatte i ponti, dominato da un’economia del profitto dei pochi che uccide il fattore umano e gli ecosistemi.
Grandi ambizioni, in un continente piegato da un impianto di politica economica insostenibile. Grandi ambizioni, in un paese diviso e iniquo, con un tessuto sociale debole e impoverito da anni di lacerazioni e povertà. Il voto del 4 dicembre ha rimesso tutto in movimento. Ha disarticolato il quadro politico e sociale, ci ha riconsegnato un paese che si è aggrappato con le unghie alla Costituzione e alla sua ispirazione di giustizia e libertà.
Un movimento ancora non chiaro, non definito, nebuloso forse, ma che lascia chiaramente intendere la possibilità, forse l’ultima, di allargare lo spazio della sinistra. Un tormento in cui Sinistra Italiana non poteva che essere coinvolta. I partiti, quando diventano torri d’avorio, rinunciano a qualunque funzione politica e conservano solo la propria presunta purezza.
Bisogna affrontare questa fase di movimento pensando alla “partita” in gioco, non al partito. E avere nel cuore e nella mente che da soli nessuno basta, se non a sé stessi. Addirittura nella granitica Germania sembrano oggi porsi le condizioni favorevoli a un cambiamento radicale.
Domenica proveremo a dire questo, alla sinistra e al paese. Proveremo a dire che non abbiamo di fronte un declino ineluttabile e che non ci arrendiamo all’idea di una sinistra impotente e isolata. Che la crisi non è figlia del destino cinico e baro, ma è il frutto di scelte scellerate che possono essere radicalmente modificate, a patto di averne la forza.
Proveremo a rimetterci in cammino, nel paese, per spiegare le nostre ragioni. Proveremo a difendere il nostro punto di vista autonomo per offrirlo in un contesto più grande di trasformazioni e mutamenti. Proveremo a rendere queste trasformazioni, questi mutamenti, questa pluralità di punti di vista, un’unica, grande, proposta di governo della sinistra.
Proveremo. Gli esiti non sono affatto scontati. Ma l’unica possibilità che abbiamo, prima di essere travolti dall’onda della peggiore destra e delle peggiori pulsioni che la storia del secondo dopoguerra ricordi, è aprirci. E sfidare e battere il renzismo per costruire un nuovo centrosinistra.
Viviamo tempi di incognite nuove. Affrontare questi tempi con la pretesa di adeguare ad essi schemi tradizionali e radicati è magari comodo, ma saremo parte della crisi, non la soluzione. Domenica avremo molto di più che certezze e garanzie. Avremo la consapevolezza che c’è tanto lavoro da fare e che siamo pronti, ancora una volta, a farlo.
ARTURO SCOTTO