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Oggi è la Giornata Mondiale senza tabacco

Per decenni l’industria del tabacco ha deliberatamente utilizzato strategie aggressive e ben finanziate per indurre i giovani a fumare: l’Organizzazione Mondiale della Sanità non esita nel presentare il tema dell’edizione 2020 della Giornata mondiale senza tabacco (World No Tobacco Day, il 31 maggio), che punta il dito contro il marketing rivolto alle nuove generazioni. Obiettivo dell’OMS è avviare una campagna globale per mettere in guardia i giovani, e renderli consapevoli di essere un bersaglio.

Fino a oggi, spiega Focus, la strategia delle industrie ha mostrato di funzionare. Così, anche se il tabacco uccide la metà di chi ne diventa dipendente, il marketing delle sigarette cattura, in Italia, il 42,5% dei 15-19enni, stando a un sondaggio di Astraricerche e Fondazione Veronesi reso noto nei giorni scorsi. Non solo: diversi report indicano che l’abitudine al fumo è sempre più precoce e comincia già alle medie. Per esempio, pur segnalando numeri in progressivo calo negli anni, i dati più recenti dello studio europeo Espad (che monitora l’impiego di alcol, tabacco e sostanze illegali nella popolazione studentesca) rivelano che il 6,8% dei 12enni ha già provato a fumare.

«Andando nelle scuole, da genitore e come medico, vedo che i ragazzi fumano tantissimo, e non sono consapevoli dei danni», conferma Roberto Boffi, direttore del centro antifumo dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, che in occasione della Giornata mondiale senza tabacco ha organizzato, con DeAgostini Scuola, un webinar rivolto proprio agli studenti. «In generale, i giovani fumano meno sigarette pensando che faccia meno male. Ma non sanno che i polmoni di chi fuma poco assorbono, in proporzione, più sostanze tossiche, con danni importanti per la salute. Inoltre anche poche sigarette inducono dipendenza: chi inizia a fumare presto continuerà a farlo per molti anni e farà più fatica a smettere».

A peggiorare la situazione c’è poi il fatto che i ragazzi non sono neppure consapevoli di essere un bersaglio del marketing: meno della metà del campione intervistato da Astraricerche si rende conto che gli eventi rivolti ai giovani, i luoghi di ritrovo e i social network veicolano messaggi che promuovono l’uso di sigarette, tradizionali ed elettroniche; soltanto il 40% nota queste strategie nei videogiochi, nei film, e nei video musicali.

Alla luce di dati come questi, che si ripetono in tante parti del mondo, l’OMS invita i governi nazionali a prendere provvedimenti. In particolare, gli esperti dell’organizzazione internazionale stigmatizzano: l’uso di aromi dolci nei prodotti del tabacco, che incoraggiano i giovanissimi a iniziare; il design accattivante degli apparecchi per e-cig; le insidiose rassicurazioni sulla minore pericolosità di sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato; il coinvolgimento nelle campagne pubblicitarie di influencer apprezzati dai giovani.

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