Il consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto Milleproroghe con la formula ‘salvo intese’ e al decreto intercettazioni. Ma è scontro sulla norma, inserita nell’ultima bozza del provvedimento, che prevede l’ingresso di Anas qualora ci sia la revoca di una concessione.
La misura prevede che in caso di revoca, decadenza o risoluzione di concessioni di strade o autostrade, in attesa di individuare un nuovo concessionario, la gestione può passare all’Anas. Al concessionario è dovuto il valore delle opere realizzate, le penali e gli altri costi da sostenere in conseguenza dell’estinzione del rapporto, a meno che lo stop alla concessione sia per suo inadempimento.
Italia viva in Consiglio dei ministri “non ha votato” le norme inserite nella bozza di decreto Milleproroghe sulle concessioni autostradali e l’innovazione digitale. Lo spiegano fonti qualificate di Iv al termine del Cdm, spiegando di aver messo a verbale il dissenso su quelle norme, nell’ambito del decreto approvato salvo intese.
L’associazione dei concessionari autostradali Aiscat “esprime sconcerto e incredulità per l’articolo 33 del Dl Milleproroghe” sulla revoca delle concessioni. “Sembra inficiato da forti dubbi di incostituzionalità”, “genera una gravissima lesione dello Stato di diritto, in quanto modifica per legge e in modo unilaterale i contratti in essere tra lo Stato e i concessionari autostradali”: provvedimento che “rischia di provocare conseguenze estremamente gravi nei confronti di diverse società concessionarie, in particolare di quelle quotate in Borsa”.
LA MISURA CONTESTATA – Se il concessionario è inadempiente e questo provoca lo stop della concessione, al concessionario spetterà un ‘rimborso’ pari al “valore delle opere realizzate al netto degli ammortamenti”, ma a questo ammontare deve essere “detratto quanto il concessionario è tenuto a pagare per il risarcimento dei danni derivati dal suo inadempimento”. E’ un passaggio del milleproroghe (articolo 33) su cui il consiglio dei ministri ha dato il via libera salvo intese con il dissenso su questa norma specifica di Italia Viva, dissenso fatto mettere anche a verbale. Un passaggio che ha provocato la reazione dell’Aiscat (Associazione delle società concessionarie autostrade e trafori) che parla di “gravissima lesione”. I dubbi sull’articolo sono stati espressi formalmente proprio da Italia Viva. Nell’interpretazione dell’articolato viene adombrata la possibilità, in caso di revoca della concessione, che la società Autostrade debba pagare in sostanza i danni provocati dal crollo del Ponte Morandi, al netto delle penali che comunque lo Stato dovrebbe pagare. Un altro articolo contenuto nel Milleproroghe congela l’aumento delle tariffe autostradali, prevedendo uno slittamento massimo per la loro ridefinizione fino a giugno. Tra l’altro, la norma prevede che quanto previsto dal milleproroghe sia “inserito di diritto nei contratti e nelle concessioni autostradali, anche in quelli già in corso di esecuzione”. La norma prevede anche che “in caso di revoca, di decadenza o di risoluzione di concessioni di strade o di autostrade”, in attesa della gara per il nuovo affidamento, l’Anas possa assumerne la gestione.
Inoltre il Cdm ha rinviato l’approvazione del Piano per l’Innovazione digitale. “C’è bisogno di un approfondimento e le norme, frutto di un’intesa nella maggioranza, potranno essere inserite in un emendamento in sede di conversione del decreto”, ha detto il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini.