Il 31 agosto di vent’anni fa moriva in un tragico incidente d’auto sotto il tunnel del Pont de l’Alma a Parigi, Lady Diana Spencer, insieme al suo compagno Dodi Al-Fayed. La loro Mercedes, guidata dall’autista Henri Paul, si schianta contro il tredicesimo pilastro della galleria. Al-Fayed e l’autista muoiono sul colpo.
I ragazzi, che ragazzi ormai non sono più, la celebrano con un omaggio riservato, nel “Giardino bianco” dedicato a lei, a Kensington Palace. Con loro c’è anche Kate Middleton, duchessa di Cambridge, che sui tabloid ha preso il posto della principessa del Galles ma non può sostituirla nell’affetto dei sudditi. Per William e Harry la strada indicata dalla madre è ben chiara: a Kensington incontrano i rappresentanti di diverse associazioni di volontariato, le tante di cui lei era madrina, dal National Aids Trust alla Leprosy Mission, compreso l’ospedale pediatrico di Great Ormond Street, quello al centro di attacchi velenosi per il caso del piccolo Charlie Gard. Ma come lei, anche i giovani reali hanno le idee chiare, si muovono con un’ispirazione sobria che suscita rispetto anche fra i repubblicani irriducibili.
20 anni dopo la sua morte, la principessa popolare e l’icona di stile si ricordano nella sua stessa casa nella mostra “Diana, Her Fashion Story” a Kensington Palace, dove si possono vedere i suoi abiti da sera, i vestiti di Catherine Walker e la famosa delicata camicia rosa che indossò per il ritratto ufficiale di fidanzamento con Carlo. Quest’anno, dal 1 gennaio al 31 dicembre 2017, nel giardino in cui tanto amava passeggiare, il Sunket Garden, si trasforma in White Garden, uno spazio tutto di rose bianche inglesi, ispirate a lei.
A Buckingam Palace che come ogni estate apre al pubblico, fino al primo ottobre saranno disponibili per i visitatori, tra l’altro, la collezione di musicassette di Lady Diana con la registrazione degli album di Elton John, George Michael and altri suoi cantanti preferiti nell’ambito di Royal Gifts and the tribute to Diana, Princess of Wales
Da Harrods, dove Diana aveva acquistato il suo abito blu di fidanzamento ancora oggi si può firmare un libro di condoglianze e c’è uno spazio di statue e ritratti di Diana e Dodi Fayed, figlio dell’ex proprietario del negozio, che è morto accanto alla principessa nell’incidente di Parigi.
Resterà per sempre giovane, con quel sorriso timido e lo sguardo penetrante, icona di un’eleganza prima di tutto di comportamenti. Lady Diana se n’è andata vent’anni fa, ma la sua storia rapida ha lasciato il segno. Non era solo una candela esposta al vento, come la vedeva l’amico Elton John: era una donna fragile ma assieme orgogliosa, una che si definiva “uno spirito libero”, decisa a vivere persino le incombenze di corte con impegno e leggerezza.
La sua vita
Nata in una famiglia ricca nel 1961, Diana Spencer non sarebbe mai stata una ordinary people. Nel 1975, dopo che il padre ebbe ereditato il titolo di Conte, Diana diventò una Lady. Nello stesso anno, la famiglia si trasferì nella casa di Althorp a Northamptonshire (dove oggi riposa). La famiglia era vicina alla Casa Reale – la nonna era una dama di compagnia della Regina Madre, mentre la sorella maggiore Sarah era damigella del principe Carlo negli anni ’70 – i segni erano già lì: Diana aveva un’aria regale. Cio’ nonostante lavorava come tata e insegnante di asilo nido. Qui il video con le immagini di Diana bambina
Dopo il matrimonio con il principe Carlo nel 1981 presso la Cattedrale di Saint Paul, l’attività caritatevole di Diana nei confronti di homeless, disabili e malati di Hiv e Aids (negli anni della prima tragica epidemia), oltre alla campagna per la messa al bando delle mine anti uomo, l’hanno resa popolare e adorata. Due i figli: William, duca di Cambridge nato il 21 giugno 1982 e Harry, nato il 15 settembre 1984.
Non c’è da meravigliarsi che il pubblico l’amasse e la sostenesse nei momenti difficili della fine del suo matrimonio, come nel caso della celebre intervista alla BBC, un anno prima del divorzio con il principe Carlo.
Nelle sue stesse parole, Diana voleva essere “una regina dei cuori” e non c’è dubbio che lo sia stata prima e dopo la sua morte.
Due miliardi di persone guardarono o ascoltarono il funerale all’abbazia di Westminster il 6 settembre 1997 e migliaia furono i mazzi di fiori deposti alle porte di Buckingam Palace.