Il Def (Documento economia e finanza), riguardante lo spostamento del pareggio di bilancio al 2017, è stato approvato in Senato con una risicata maggioranza, 161 voti, non uno in più di quelli necessari. A contribuire all’approvazione di questo documento, il voto di Louis Alberto Orellana, senatore eletto nel M5S, passato da tempo al gruppo misto. Ancora una volta dunque l’articolo 67 della Costituzione italiana, quello che sancisce la libertà individuale degli eletti, risulta determinante per la tenuta di un governo.
La senatrice Paola Taverna commenta con veemenza l’accaduto: «Dopo quasi 2 anni la dentro, lottando ogni giorno contro quanto di più sporco riesci ad immaginare, rovinarti il fegato e continuare a pensare che puoi farcela, anzi che ce la farai, ricevere sputi in faccia da una maggioranza di uomini, ominicchi, mezzi uomini e quaquaraquà, non fa male quanto vedere un tuo ex compagno, entrato con i voti di chi sogna ancora, dare il solo voto utile a questo governo che continua a travolgerci con le sue scempiaggini e i suoi tweet. 161 voti servivano a Renzie per approvare un documento di economia e finanza (DEF) che ci consegna come prigionieri politici all’imperialismo europeo, beh … dover ringraziare Louis Alberto Orellana per quel solo voto utile… stavolta mi lascia veramente senza parole. »
Dal canto suo, il senatore Orellana sul suo sito , e sulla sua pagina FB, inserisce queste dichiarazioni rese alla stampa per motivare la sua posizione e il suo voto positivo al Def:
«L’art. 67 della Costituzione recita che il parlamentare è libero da vincolo di mandato e deve rispondere alla propria coscienza. Ritengo per il bene del paese». E ancora : «Auspico che lo spostamento al 2017 del pareggio di bilancio darà modo di poter fare qualche intervento in più in economia come proseguire con gli 80 euro in busta paga, abbassare l’irap e poter realizzare una politica economica espansiva e contro il regime imposto da Bruxelles con i vari Katainen di turno. Al di fuori di logiche di appartenenza e schieramento quindi ho votato secondo coscienza come ho sempre fatto anche in empi non sospetti e ritengo di aver interpretato in modo rigoroso e veritiero quanto recita l’art. 67 della Costituzione. Sono una persona libera e non devo rendere conto a nessuno a differenza di altri».
Sulla pagina FB del Senatore, alla nota seguono commenti poco lusinghieri del tipo: “Povero imbecille han fatto bene sbatterti fuori”, o anche: “Ma almeno ti hanno pagato bene?”, mentre appare un post con la foto di Orellana che commenta “Ti sei rivelato” e che, condiviso da molti attivisti 5 stelle, viene accompagnato da epiteti quali “verme schifoso”, “venduto”, “sei una merda” e altro.
L’articolo 67 della Costituzione, insomma, non piace ai 5 Stelle, e a nulla servono le spiegazioni di chi ha dissentito dagli “ordini di scuderia”, ordini che il Senatore Orellana, essendo stato espulso, insieme ad altri tre colleghi, con votazione sul Blog, non era certamente più tenuto a seguire, a prescindere dalla sua libertà sancita dalla Costituzione. Il caso dei parlamentari espulsi, infatti, non è paragonabile ai discutibili “cambiamenti di casacca” praticati da alcuni parlamentari da sempre. Qui parliamo di parlamentari “cacciati” con varie motivazioni dal Movimento in cui militavano. Per quale ragione logica dovrebbero dunque essere obbligati a seguire la linea politica di un gruppo di cui non fanno più parte, e nemmeno per volontà personale?
Insomma il grillino-pensiero continua ad essere “o con noi o contro di noi”, e non c’è spazio per crisi di coscienza o considerazioni personali. Passare da candidato alla Presidenza del Senato a nemico pubblico, come è successo a Louis Alberto Orellana, può essere questione di un attimo.