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PADRE PIZZUTI : IL CAMPO ROM DI CUPA PERILLO SOTTO ATTACCO

Nel pomeriggio di ieri martedì 29 agosto si è svolta l’assemblea del comitato abitare Cupa Perillo.
Un incontro molto concitato alla luce dei terribili avvenimenti di domenica che hanno visto andare in fiamme 5 baracche e svariati mezzi dell’Asia. Il bilancio degli avvenimenti guardando le macerie che questo disastro ha lasciato a terra potevano essere ben più gravi, soltanto il caso, la prontezza dei rom nel mettere in salvo le loro famiglie e spostare alcune bombole del gas ha evitato che si consumasse una sciagura peggiore. Ventisette persone, tra adulti e minori hanno perso tutto in questo incendio e trovano oggi ospitalità nell’Auditorium di Scampia, per quanto tempo questa provvisoria accoglienza durerà nessuno sa dirlo.

La macchina comunale già all’opera per capire il destino di tutti gli abitanti residenti nelle aree sottoposte a sequestro dalla Procura della Repubblica fatica a dare risposte riguardanti possibili sistemazioni alternative e l’ultimatum dello sgombero previsto per l’11 settembre resta ancora in piedi. Se questo avverrà o meno non siamo certamente in grado di saperlo, in attesa anche di quanto deciderà il governo sulla stretta riguardante gli sgomberi e le procedure che i prefetti dovranno adottare per garantire, ci auguriamo, sistemazioni alternative agli occupanti, siamo in grado però di raccontare che la liberazione dell’area, sta di fatto già avvenendo. Per un caso fortuito o per l’azione di una mano criminale, questo saranno le indagini a chiarirlo, l’incendio ha infatti determinato la liberazione di una delle parti sottoposte a sequestro, che coincide proprio con l’area intorno alla rotonda della strada che collega il quartiere con il comune di Mugnano, lì dove è prevista l’apertura dello svincolo dell’asse mediano. Intorno all’origine dei fuochi si avvicendano tante versioni, i rom raccontano di un contadino che nel bruciare le sterpaglie in un terreno prossimo ai campi rom abbia perso il controllo del fuoco che rapidamente si sarebbe propagato grazie alla presenza di antichi cumuli di rifiuti mai prelevati, nonostante le ripetute richieste fatte da oltre 10 anni a questa parte, lo scoppio di alcune bombole avrebbe fatto il resto. Durante l’assemblea di oggi e nelle voci ascoltate in questi giorni emerge forte però il timore di una correlazione tra quanto accaduto domenica e l’azione di presidio, denuncia e documentazione contro lo smaltimento abusivo e illegale dei rifiuti di cui i rom stessi si fono fatti autori. In queste settimane, infatti subito dopo la notifica dello sgombero, tra la metà di luglio e questo mese di agosto oramai agli sgoccioli, tante famiglie rom si sono impegnate in prima persona nell’impedire gli sversamenti illegali di rifiuti ad opera di italiani ed esposti nel segnalare il deposito abusivo dei rifiuti laddove non riuscivano ad impedirlo. I rom di Cupa Perillo sono diventati presidio di civiltà all’interno dei campi vigilando contro l’accensione di roghi tossici da cui loro stessi prendono le distanze e che condannano a voce alta per il bene dei loro figli /e, di questa città e sopratutto del quartiere di Scampia di cui ne rivendicano con orgoglio l’appartenenza.
La storia ci racconta che attacchi incendiari di natura dolosa contro i rom, purtroppo anche in questa città ce ne sono già stati, nel 2008 è il campo rom di Ponticelli a bruciare, la stessa sorte tocca nel 2014 al campo rom di via del Riposo, nel 2000 è Scampia ad assistere all’incendio del campo rom di via Zuccarini. E’ non c’è da stare per niente sereni, da domenica ad oggi infatti giovani a bordo di scooter e automobili perlustrano, osservano, inveiscono conto i rom e con fare minaccioso si aggirano tra i campi. Durante la stessa riunione di ieri svoltasi presso la ludoteca dei mille colori sita a ridosso dei campi rom di Cupa Perillo, siamo stati sorpresi dal rumore proveniente dalla strada dove diversi scooter con a bordo giovani presumibilmente del quartiere a suono di clacson ripetuti sfrecciavano su e giù per i campi rom. Una pattuglia della polizia allertata durante l’assemblea è arrivata sul posto ma al termine della riunione gli agenti sono andati via. Purtroppo, ancora poco fa alle ore 1:00 circa diverse telefonate dal campo rom ci informavano allarmati e impauriti che una nuova incursione stava avvenendo nel campo ad opera di diversi motorini e una macchina che urlando contro le baracche minacciava le famiglie rom dicendo in dialetto “vi incendieremo tutti”. Subito abbiamo provveduto ad allertare le forze dell’ordine e pare che non ci sia stato alcun seguito fatto, ma questa sarà certamente un ennesima notte di veglia che la comunità rom di Cupa Perillo si troverà ad affrontare. Chi conosce queste dinamiche sa che certamente si tratta di inquietanti segnali intimidatori che ancora non siamo in grado di decifrare bene.
I rom di Cupa Perillo che da domenica si trovano, come se non bastasse già quanto accaduto, senza nè acqua nè luce, sono intenzionati a presentare denuncia contro ignoti per i fatti accaduti in qualità di vittime sia degli incendi che delle intimidazioni che da giorni stanno subendo.
La risposta a quanti nella malafede o confusione più profonda attribuiscono ai rom la responsabilità degli incendi va la chiara replica che le generalizzazioni non sono mai funzionali alla ricerca della verità, piuttosto sono in grado di alimentare populismi e stereotipi. Quanto agli autori dei fatti criminosi che siano italiani o rom si tratta in ogni caso di criminali feroci che speriamo vengano al più presto identificati e condannati per quanto accaduto .
Da Scampia si leva un coro forte e chiaro, a cui si unisce voce di tanti movimenti della città, che condanna quanto sta avvenendo e grida mai più POGROM nè a Scampia nè altrove reclamando a voce alta il DIRITTO ALL’ABITARE dignitoso e per tutti.
Che a supportare l’assemblea abitare Cupa Perillo ci siano gruppi come il comitato delle vele che ha fatto della battaglia della casa la sua ragione d’essere è certamente un’inedito che fa di Scampia, e non è certamente un caso che sia questo il quartiere in cui avviene, un terreno privilegiato per la sperimentazione e il consolidamento di forme di partecipazione popolare, determinate e antirazziste Alla battaglia si uniscono anche i rom di Gianturco, ieri ancora presenti all’assemblea e che vivono loro malgrado una continua odissea sgomberati alcuni mesi fa da Via Brecce e ora di nuovo minacciati di sgombero imminente previsto per l’8 settembre dall’area dell’ex mercato in cui hanno trovato rifugio. Questo a riprova della forza della lotta che insieme si sta portando avanti, uniti per la dignità di tutti.
L’invito a restare vigili e uniti contro ogni barbarie a fianco di chi combatte per un’esistenza migliore.

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