Ieri mattina aspettando a Scampia il bus che tardava, una madre non proprio giovane sosteneva sul suo corpo un figlio settenne stanco di aspettare. Improvvisamente mi si è aperta la mente (un illuminazione?) ed ho pensato che a Natale, festa della Natività di Gesù figlio di Maria e di Dio bisognava primariamente festeggiare le coppie di genitori che hanno dato e danno alla luce figli, figli dell’uomo e figli di Dio. C’è una Natività straordinaria in Betlemme da Maria e dallo Spirito santo, ed una Natività ordinaria frutto dell’amore di un uomo ed una donna che dà la vita a nuovi esseri umani. Di questa maternità ordinaria è partecipe anche Maria: l’inno del tempo di Avvento per i vespri recita: <<Accogli nel tuo grembo, o Vergine Maria, il Verbo di Dio Padre>>. Ed Elisabetta nell’incontro con Maria esclamò <<e benedetto il frutto del tuo grembo>>. Nello stesso tempo si fa che notare che a Elisabetta <<il bambino le sussultò nel grembo>> (Lc 1, 39-45). Se non vado errato, le due maternità in Maria si incontrano nel grembo che nutre la vita secondo pagina evangelica. Questo spessore divino-umano della maternità straordinaria ed ordinaria esplicitato nella celebrazione del Natale per raggiungere il divino nella vita quotidiana di donne e uomini ed aprire orizzonti di luce per la vita umana. E’ la via amoris nel flusso della vita.
Il novantenne scrittore Guido Ceronetti afferma in una recente intervista che per lui il divino è il segreto, il mistero della vita umana. Tanti auguri a Natale a tutti i genitori ed ai loro figli partecipi di questo mistero divino. Anche a noi che siamo stati generati e non abbiamo generato per aprire al divino nel cammino che ci accumuna.