Palermo e Caivano si aggiungono alla lista delle violenze sessuali nel nostro paese ai danni di donne.
Giovani e bambine nella morsa di una società ed una cultura basata su stupro e possesso.
Secondo l’Istat, circa un milione e mezzo di donne in Italia ha subito stupro o tentata violenza e, la maggior parte di esse, da amici o conoscenti.
“Non siamo noi sbagliate, sono sbagliati certi uomini che vedono la donna come un oggetto sessuale e non come un essere pieno di emozioni, sentimenti e vita alle spalle”. Queste le parole della 19enne vittima di violenza sessuale a Palermo.
Da Caivano arriva la notizia drammatica di due bambine violentate ed è proprio il parroco della zona, Don Maurizio Patriciello, a parlare: “Di questa vicenda se ne parlerà per qualche giorno, forse per qualche settimana, ma poi queste due povere ragazze si porteranno dentro questo trauma per tutta la vita“.
“Sono vittime della povertà educativa“.
Intanto i casi aumentano e numeri salgono disperatamente.
La premier Giorgia Meloni si è recata più volte al Parco Verde di Caivano, tra le richieste dei cittadini e del parroco stesso.
Parlando di dispersione scolastica ha affermato: “Bisogna rafforzare le norme per contrastarla”. Ma è evidente che non basta per fermare una società malata.
Partire dall’educazione dei giovani è essenziale per uscire da una cultura che vede la donna oggetto sessuale. Scuola, famiglia e governo devono collaborare necessariamente con nuovi programmi educativi da mettere in atto.
Solo in questo modo ci sarà parità di diritti e di genere per evitare dolore e violenza ai danni delle donne, affinché “Nessuno resti solo“.