”È un atteggiamento ipocrita dirsi cristiano e cacciare via un rifugiato, un affamato, assetato, chi ha bisogno. Se mi dico cristiano e faccio queste cose sono un ipocrita. È una contraddizione, questi che vogliono difendere il cristianesimo in Occidente e dall’altra parte sono contro i rifugiati e contro le altre religioni. E questo non è una cosa dei libri, è una cosa dei giornali e dei telegiornali di tutti i giorni. La malattia o si può dire anche il peccato che Gesù condanna di più è l’ipocrisia”.
Arriva il monito di Papa Francesco in occasione della ”Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato”.
Per il Pontefice: ”Pur senza misconoscere le problematiche e, spesso, i drammi e le tragedie delle migrazioni, come pure le difficoltà connesse all’accoglienza dignitosa di queste persone, la Chiesa incoraggia a riconoscere il disegno di Dio anche in questo fenomeno, con la certezza che nessuno è straniero nella comunità cristiana, che abbraccia «ogni nazione, razza, popolo e lingua. Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”. Il Papa denuncia: ”Lo sfruttamento esercitato da gente senza scrupoli a danno di tante bambine e tanti bambini avviati alla prostituzione o presi nel giro della pornografia, resi schiavi del lavoro minorile o arruolati come soldati, coinvolti in traffici di droga e altre forme di delinquenza, forzati alla fuga da conflitti e persecuzioni, col rischio di ritrovarsi soli e abbandonati.”
”Le migrazioni -continua Francesco– riguardano tutti i continenti e vanno sempre più assumendo le dimensioni di una drammatica questione mondiale. I migranti minorenni sono tre volte, perché minori, perché stranieri e perché inermi”. Sono loro a pagare più di tutti il prezzo di una emigrazione ”provocata quasi sempre dalla violenza, dalla miseria e dalle condizioni ambientali, fattori ai quali si associa anche la globalizzazione nei suoi aspetti negativi”. ”La corsa sfrenata verso guadagni rapidi -continua Bergoglio- e facili comporta anche lo sviluppo di aberranti piaghe come il traffico di bambini, lo sfruttamento e l’abuso di minori e, in generale, la privazione dei diritti inerenti alla fanciullezza sanciti dalla Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia”. I minorenni sono i più vulnerabili tra i migranti perché ”sono invisibili e senza voce”, prosegue il Papa: ‘‘La precarietà li priva di documenti, nascondendoli agli occhi del mondo; l’assenza di adulti che li accompagnano impedisce che la loro voce si alzi e si faccia sentire. In tal modo, i minori migranti finiscono facilmente nei livelli più bassi del degrado umano, dove illegalità e violenza bruciano in una fiammata il futuro di troppi innocenti, mentre la rete dell’abuso dei minori è dura da spezzare”.