Don Sandro De Angeli, assistente spirituale di Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo, il 28 novembre scorso ha partecipato alla grande celebrazione eucaristica che Papa Francesco ha tenuto presso il santuario di Namugongo, a Kampala in Uganda e ha deciso di raccontarci la sua esperienza.
“Il 28 novembre 2015 rimarrà una data indimenticabile nel mio cuore e per la mia vita.
E’ il giorno in cui ho partecipato alla grande celebrazione eucaristica che Papa Francesco ha tenuto presso il santuario di Namugongo di Kampala in Uganda.
E’ stato certamente il momento più importante della visita pastorale del Papa al popolo ugandese.
Il luogo della celebrazione era stato tirato a “lucido” e rinnovato per dar modo alla gente di partecipare al meglio. Per l’occasione, con una rapida realizzazione, era stato portato a compimento un progetto già pensato da alcuni anni.
In quella conca meravigliosa, sull’isola creata sul laghetto vicino al santuario dedicato ai martiri ugandesi cattolici, una marea di persone si è radunata per incontrare il Papa e gridargli la loro gioia, per vivere un intenso momento di comunione con lui, per vivere con intensità la loro giovane e vivace fede, per sentirsi, in profonda unità con Pietro, una parte viva ed “eletta” della chiesa cattolica.
E la Messa è stata veramente una esplosione di fede gioiosa, certamente per l’incontro con il Papa, ma soprattutto per l’incontro con il Signore Gesù, che, nella sua misericordia continua a rendersi presente per stringere vincoli profondi di comunione con ogni persona, di qualsiasi razza, lingua e nazione essa sia.
Si è avvertita in maniera forte la cattolicità della chiesa. Una chiesa non chiusa in se stessa, ma capace di aprirsi ad ogni uomo per annodare con tutti legami di fede, di amore, e per questo, di salvezza. Essere lì in mezzo è stato veramente emozionante, una grande grazia!
I giorni precedenti erano stati pieni di trepidazione anche per i pass che non arrivavano e, una volta arrivati, sembravano non del tutto regolari.
Ma la mattina di sabato 28 novembre, alle quattro ci siamo avviati e alle cinque eravamo già dentro il recinto del santuario di Namugongo in trepida attesa della venuta di Papa Francesco e dell’incontro con lui.
L’attesa è stata abbastanza lunga, ma il calore della gente che sempre più affollava il luogo, i canti che aiutavano il sole ad aprire e scaldare il nuovo giorno hanno fatto sì che il tempo passasse in una gioia che si faceva sempre più grande.
Avendo avuto l’opportunità di entrare all’interno del santuario e di fermarmi lì, ho indossato i vestiti liturgici insieme ai vescovi e ho così provato la grande emozione di concelebrare sull’isola insieme al Papa e ai vescovi.
Ci avevo sperato, ma quando il desiderio si è fatto realtà, grande è stata la gioia; poter celebrare molto vicino al Papa e averlo addirittura al fianco quando ha pronunciato l’omelia è stato un grande regalo del Signore.
Un altro momento molto emozionante è stato alla fine della celebrazione quando tanta gente mi fermava per una benedizione ai rosari che portava in mano o ai bambini che teneva in braccio. Questo fatto ha rallentato il mio ritorno verso il luogo dell’appuntamento con gli amici di “avventura”, ma ha colmato ancor di più il mio cuore di gioia.
Questa fede semplice, ma forte e fatta di affidamento profondo al Signore mi ha fatto veramente servire particolarmente vera la beatitudine “beati i poveri di spirito perché di essi è il regno dei cieli”. Il regno dei cieli, questa umanità rinnovata dall’incontro con Gesù, l’ho incontrato e, posso dire, assaporato a Namugongo nell’incontro di Papa Francesco con il popolo ugandese”.