“I giovani non devono abituarsi mai alla corruzione, mentre il corrotto non conosce l’umiltà, si stanca di chiedere perdono e finisce molto presto per smettere di chiederlo“. Così si è espresso Papa Francesco torna con parole decise sul tema della corruzione. “I corrotti sono all’ordine del giorno. Ma i giovani non devono accettare la corruzione come fosse un peccato come gli altri, non devono abituarsi mai alla corruzione, perché quello che lasciamo passare oggi, domani si ripresenterà, finché ci faremo l’abitudine e anche noi ne diventeremo ingranaggio indispensabile”.
Il Papa poi afferma che:” I giovani hanno, alla pari degli anziani, la purezza e insieme, giovani e anziani, devono essere orgogliosi di ritrovarsi – puliti, puri, sani – a disegnare un percorso di vita comune senza corruzione. Ci tengo a spiegare bene l’idea di purezza come concetto che accomuna giovani e vecchi. I giovani sono puri perché non hanno conosciuto sulla pelle la corruzione, sono in una certa misura plasmabili dal presente e questo può rivelarsi anche pericoloso, perché la purezza che vivono può trasformarsi in qualcosa di brutto, di impuro, di sporco, soprattutto se devono fronteggiare ripetuti tentativi di proselitismo e conformazione alla massa. Con la vecchiaia, parlando in termini generali, perché purtroppo non tutti i casi specifici sono così, gli esseri umani tornano in un certo senso al loro stato ‘puro’, non hanno più la bramosia del successo, del potere, non sono più condizionati dall’effimero come lo potevano essere stati da adulti”.
Infine, il Papa conclude con queste parole: “E attenzione – prosegue -: anche un vecchio pentito, che anni prima aveva fatto parte dei corrotti, può diventare utile per la crescita dei giovani. Quel vecchio, infatti, ha conosciuto i meccanismi della corruzione e li ha riconosciuti, così può indicare al giovane come non cascarci dentro, condividendo con lui l’esperienza, e spiegare come non fare la sua stessa fine. Torniamo quindi all’importanza della testimonianza”.