Questa campagna elettorale non ha brillato per ricchezza di contenuti e neppure per acume programmatico. Poche idee e vacui proclami rischiano di allontanare una parte consistente dell’elettorato.
Se ciò accadesse sarebbe un momento triste per la nostra democrazia. La quale si nutre della partecipazione attiva del corpo sociale. Il disinteresse, figlio della distanza siderale tra i palazzi della politica e la gente comune, è un’insidia ben presente.
Tuttavia l’andare a votare non rappresenta soltanto un dovere civico, ma soprattutto il pieno dispiegamento di quella libertà in nome della quale la Storia annovera milioni di morti. Ricordiamolo ai nostri giovani, ai nuovi 18enni che per la prima volta sono chiamati alle urne.
Ricordiamo loro l’importanza di questo diritto costituzionalmente garantito. Facciamo capire ai neo-maggiorenni che astenersi non equivale a protestare, bensì ad abdicare.
Facciamo comprendere ai nostri ragazzi che – come cantava l’indimenticato Giorgio Gaber – “la libertà non è solo opinione; la libertà è partecipazione”.