Nelle acque agitate del Mar Nero è in atto una pericolosa prova di forza. La Guardia Costiera russa ha intercettato unità della Marina militare ucraina adducendo lo sconfinamento territoriale. A seguire spari, arresti e processi per direttissima. Kiev risponde con la legge marziale e il divieto di ingresso ai russi. Si riaccende la crisi targata 2014, allorquando la Russia aveva “annesso” la Crimea dopo un contestato referendum. Sullo sfondo lo stesso clima da operetta di quattro anni fa seppur con qualche diverso attore: gli americani fanno la voce grossa, gli europei si avviano a confermare le sanzioni contro Putin, il quale fa spallucce. La mai sopita volontà di potenza fa da contraltare alla delegittimazione dei tavoli di mediazione internazionale.
Un’Europa politicamente ed economicamente debole assiste preoccupata all’avvicinarsi di una stagione dove i missili nucleari a breve e lunga gittata potrebbero essere nuovamente dispiegati sul proprio territorio.
Nel baluginio della contesa riemergono i fantasmi della Guerra Fredda. E’ il crepuscolo del multilateralismo.