Un esercito di uomini e donne che dedicano gran parte della loro esistenza ad aiutare chi rischia di annegare nelle acque agitate del nostro vivere.
Telefono Amico, Telefono Azzurro, Telefono Rosa, Filo d’argento, sono le linee più gettonate che fanno emergere dall’oblio storie di quotidiani maltrattamenti a bambini, a donne, a disabili, ad anziani; un vortice crescente di malesseri sociali che confluisce e chiede aiuto a questi angeli del telefono, solerti dispensatori di un agire così prezioso e così lontano dai riflettori.
E’ il mondo del volontariato telefonico – ogni anno rifugio anonimo per oltre un milione e mezzo di italiani in cerca di conforto, guida e speranza – in questi giorni riunito a Roma insieme a Facebook per rendere più efficiente l’attività nell’era digitale.
Non so in quale misura gli algoritmi messi in campo dal patron di Fb Mark Zuckerberg in chiave preventiva dei suicidi (nel mondo si toglie la vita una persona ogni 40 secondi) stiano raggiungendo l’obiettivo; ma so che senza il lavoro costante, competente e discreto di queste decine di migliaia di attivisti della solidarietà, la parte debole della società vivrebbe ore ancora più drammatiche