La solidarietà flessibile – eufemismo che vorrebbe coprire il gigantesco fallimento europeo sulle politiche per l’immigrazione – si è fatta strada prepotentemente nell’ultimo vertice di Salisburgo. Altro che redistribuzione equa dei migranti che arrivano sulle coste dei paesi periferici; qui la spinosa questione è stata affrontata in soldoni: chi non vuole accogliere paghi un contributo e tutti vivremo felici e contenti. Finanche i vertici della Commissione Ue hanno alzato bandiera bianca; e pure la Merkel – inizialmente contraria – pare abbia fatto spallucce. Cosa ci sia di solidale in questa soluzione non è dato sapere. Il migrante è considerato merce e come tale può essere rispedita al mittente versando una quota nelle casse di Bruxelles a titolo di ristoro per mancato adempimento. Realpolitik allo stato puro? Certamente, ma almeno serve a spazzar via l’ipocrisia. In questa Europa allo sbando non possiamo meravigliarci che la montagna abbia partorito l’ennesimo topolino.