Sono decisamente favorevole alla più ampia diffusione della profilassi sui vaccini. E non perché mi sfugga il rischio che gli studi del settore possano essere ancora carenti oppure influenzati da conflitti d’interesse; ma in quanto considero il vaccino indispensabile per la tutela della propria e dell’altrui salute.
È inutile girarci intorno, i dati parlano chiaro: nei primi mesi del 2017 si è registrato in Italia un incremento dei casi di morbillo pari al 230%. In Romania da febbraio 2016 il picco è stato toccato con oltre 3mila casi di contagio in bambini sotto i 4 anni per il 96% non vaccinati. Una vera e propria epidemia.
Dove vogliamo arrivare col pregiudizio antiscientifico? A far riemergere in Europa malattie debellate come la poliomelite o la difterite? Non occorre essere raffinati luminari della scienza per comprendere che – oggi più di ieri – le mutate condizioni di mobilità globale portano ad un frequente contatto tra persone provenienti da varie parti del mondo.
Il rischio di potenziali focolai di trasmissione di malattie più o meno serie e la loro velocità di propagazione è dunque altissimo. La scelta di non tutelare i bambini da tali pericoli è irresponsabile, per non dire folle.