Siamo seri, non se ne può più di questa storia del possibile ripescaggio della nazionale italiana ai prossimi mondiali di calcio in Russia. Qualche settimana fa era stata adombrata la possibile esclusione del Perù a causa di una norma interna, ora si parla di un possibile forfait delle “furie rosse” spagnole per presunte ingerenze del governo iberico su questioni segnalate dalla FIFA.
Vere o false queste notizie, a noi cosa importa? I nostri sono stati eliminati sul campo, ai playoff, dalla modestissima compagine svedese. Questo conta più delle chiacchiere e dei cavilli giuridici. Che senso avrebbe rientrare dalla finestra dopo essere stati sbattuti fuori dalla porta principale? Meglio concentrarsi a rifondare il nostro calcio, magari reinserendo il limite di tre stranieri per squadra e rinforzando i vivai a livello nazionale.
Sappiamo tutti che il più bel gioco del mondo è diventato un grande circo dove gli interessi economici si antepongono ad ogni altro valore. Ma al punto in cui siamo è bene ripartire con spirito autenticamente riformatore. Salutiamo questa caduta come una pausa salutare anziché come una tragedia nazionale. Ci farà bene quando ci accomoderemo sul divano a guardare in TV il Mondiale. Quello degli altri.