” Il carcere è un male necessario, ma serve ad incattivire le persone che vi entrano perchè i malviventi sono delle persone fragili, e si ha paura di affrontare il presente, per cui si parlano solo due tempi, il passato e il futuro” . Cosi si è espresso l’ex cammorrista e oggi detenuto al 41 bis, Cosimo Rega, intervenuto alla presentazione “Passami a prendere In carcere oggi ” di Angiolo Marroni e Stefano Libuardi.
Il detenuto ha sviscerato vari temi e si è soffermato sull’importanza dell’arte, uno degli aspetti che permette il reinserimento del detenuto affermando che: “L’arte, la cultura è l’unico mezzo che permette a chi è detenuto di conoscere se stesso in profondità e di rieducarlo alla vita” e in merito alla propria esperienza di pena al 41 bis racconta che: “Il carcere ti incattivisce e crea odio. Il problema, non è soltanto il sovraffollamento ma anche la mancanza di alternative. La salvezza può essere rappresentata dalla famiglia, dagli affetti. Ricordo che appena avuto l’ergastolo, trent’anni fa – racconta – dissi a mia moglie e ai miei figli che non c’erano avvocati che potevano assolvermi, che la mia condanna era giusta. Non c’è peggiore emozione di vedere negli occhi dei propri figli la delusione. Le dissi: tu lo sai che io non uscirò più, sei giovane, rifatti una vita. Era bellissima. Lei mi rispose: pensi che un muro di cinta possa dividere il nostro amore? Fu la vera sentenza.Sono consapevole di essere un ex camorrista. Purtroppo assassino lo resterò per sempre. Ma mi sento un uomo fortunato perché ho avuto la misericordia degli uomini. Quella di Dio non lo so” .